Ma quando vidi Mack Bolger ritto nell’atrio decorato, affollato e festoso della Grand Central, con un’espressione piuttosto distratta, ma inconfondibilmente sua, così lontano dal centro del paese, mi prese lo strano e repentino impulso di passare attraverso quel mare vorticoso di passeggeri e rivolgergli la parola, proprio come si potrebbe interpellare una persona conosciuta per caso e incontrata inaspettatamente, ma non malauguratamente.
E non per comunicare alcunché, né per avviare un’azione particolare (per chiarire la storia, ad esempio, o fare ammenda), ma semplicemente per creare un evento dove prima non ce n’erano. E non un evento spiacevole, o provocatorio.
Solo un momento senza dimensioni, senza echi, un contatto, irrilevante sotto ogni altro aspetto. Questi momenti, nella vita, sono abbastanza rari, essendo il resto della sua durata così corroso dal prevedibile e dall’obbligato.
Richard Ford
Infiniti peccati (l'incontro)
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