Alessandro Robecchi
Si accorge ogni tanto di cercare di mettere a fuoco i dettagli di quel viso ambrato, e si sgomenta di non ricordarlo quasi, di perdere particolari e sfumature.
E anche il rombo sordo della mancanza, che è sempre in sottofondo, si affievolisce piano, come se la lama fosse sempre meno tagliente e bastasse non fare movimenti bruschi con il cuore. È una cosa di cui si sente in colpa e che al tempo stesso gli dà un piccolo sollievo, la differenza tra una ferita che brucia e un dolore leggero e costante, che non passerà mai ma si sopporta, ci si convive.
Torto Marcio
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