sabato 19 gennaio 2019

l’addio astioso e risentito


Alessandro Robecchi



Non ho mai chiesto la tua stampella
 Ora non chiedermi la mia.
.........

il verso che conta, che lo riguarda, che lo tocca davvero, è sempre quello, l’addio astioso e risentito di Don’t think twice, it’s all right, dove lui, che se ne va per la sua strada, sputa fiele, velenoso e incattivito:

Avresti potuto fare di meglio ma non mi interessa
 Hai solamente sprecato il mio tempo prezioso.

 Era l’inizio dei Sessanta, e la fidanzata del tempo non tornava dal suo viaggio in Italia, proprio come María, che ha detto «torno» e invece non torna. Un risentimento che Carlo non riesce a provare. Ma poi, in un’altra versione di quel pezzo suonato e risuonato un milione di volte,....... ecco che quella rabbia delusa diventa delusione soltanto. Come se il senso di ingiustizia venisse meno, cadesse come una vestaglia che scivola sul tappeto, lasciando la solitudine nuda.

 Quasi trent’anni dopo, in quella canzone le ferite sono diventate una malinconia morbida, persino affettuosa. Sì, certo, Dylan non cambia il testo di quel vecchio successo che è una delle sue cose migliori di sempre, le parole sono uguali, ma il senso... il senso è tutto diverso. Sono andato via, ti ho fatto male, ma oggi mi sembra tutto così... ragionevole, così coerente...

Lo spillone tra il cuore e l’ascella punge ancora di più, ora.

Carlo sa che ci sarà un tempo in cui quel dolore sarà sopportabile, ma ora non gli interessa, è già difficile consolarsi con il passato, figurarsi con il futuro. E poi lui non ce li ha trent’anni per curarsi le ferite, cazzo. Lui rivuole María, sa solo questo.

Alessandro Robecchi - Torto Marcio


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