saper scegliere il momento giusto
per parlare e quello per tacere
Eugenio Borgna
le parole sono creature viventi
prigioni sigillate dal mistero
Hugo von Hofmannsthal
Nella definizione che ne è stata data da Hugo von Hofmannsthal, il grande scrittore austriaco dalla straordinaria sensibilità e dalle grandi intuizioni psicologiche, le parole sono creature viventi, ma anche, con una definizione ancora piú smagliante, sono prigioni sigillate dal mistero, e ogni volta dovremmo essere capaci di aprire queste prigioni, di togliere loro i sigilli, di farne sgorgare i significati, e di scrutarne le cifre tematiche solo apparentemente oscure, e inesplicabili Le parole si modulano, cambiano, si modificano continuamente nelle situazioni in cui ci veniamo a trovare, e negli incontri che abbiamo in vita. Le parole non sono mai inerti e mute ma comunicano sempre qualcosa.
Le parole sono impegnative per chi le dice, e per chi le ascolta, cambiano di significato nella misura in cui cambiano i nostri stati d'animo, e non è facile coglierne fino in fondo le risonanze.
Le parole, una volta dette, non ci appartengono piú, e sono determinanti nell'aprire i cuori alla speranza, o nel condurli alla disperazione. Le parole cambiano il loro significato nella misura in cui s'accompagnano al linguaggio del corpo vivente, del sorriso e delle lacrime, degli sguardi e dei gesti, e anche al linguaggio del silenzio: sí, anche il silenzio parla, bisogna saperlo ascoltare, ed esserne in dialogo senza fine.
c'è sempre bisogno di parole capaci di creare relazioni di cura, e di fare riemergere il discorso infinito del dolore e dell'angoscia, della tristezza e della disperazione, delle inquietudini del cuore e dei trasalimenti dell'anima, delle voci e del silenzio.
Eugenio Borgna Parlarsi
Le parole sono impegnative per chi le dice, e per chi le ascolta, cambiano di significato nella misura in cui cambiano i nostri stati d'animo, e non è facile coglierne fino in fondo le risonanze.
Le parole, una volta dette, non ci appartengono piú, e sono determinanti nell'aprire i cuori alla speranza, o nel condurli alla disperazione. Le parole cambiano il loro significato nella misura in cui s'accompagnano al linguaggio del corpo vivente, del sorriso e delle lacrime, degli sguardi e dei gesti, e anche al linguaggio del silenzio: sí, anche il silenzio parla, bisogna saperlo ascoltare, ed esserne in dialogo senza fine.
c'è sempre bisogno di parole capaci di creare relazioni di cura, e di fare riemergere il discorso infinito del dolore e dell'angoscia, della tristezza e della disperazione, delle inquietudini del cuore e dei trasalimenti dell'anima, delle voci e del silenzio.
Eugenio Borgna Parlarsi