giovedì 15 ottobre 2015

E più in basso, tra le natiche, spingeva la sua dura e famelica virilità.





«Guarda dalla finestra» le disse quando le fu davanti.

Lei si sentì morire. Rivolgergli le spalle la terrorizzava più che averlo di fronte, ma obbedì. Fuori il mondo era lo stesso: la strada larga e innevata, i colori dei cappotti dei bambini a passeggio per Natale. E la casa sulla destra, dall’altro lato, chiusa da un cancello di ferro e un muro alto due metri. Da lì uscivano i rami degli alberi più alti; la casa non era abbandonata, ma molto trascurata, e la signora che ci viveva faceva paura a Jane da piccola. Forse faceva ancora paura ai bambini di Courtnell Street.

«Ti piace, Jane?»

Sobbalzò e fece per voltarsi. Guy le mise le mani sulle spalle, fermandola, e si avvicinò fino a toccarle la schiena con il torace. E più in basso, tra le natiche, spingeva la sua dura e famelica virilità.

«Il panorama» le spiegò con voce sorridente. «Ti piace il panorama?» Portò una mano sul seno di Jane, a sfiorarlo con il palmo. Lei s’irrigidì. Voleva prenderla, si chiese? Voleva prenderla in quella soffitta, mentre suo padre li aspettava di sotto?

«Ti prego, Guy» mormorò angosciata. «Ti prego, non adesso!»

Lui piegò il capo in avanti e ridacchiò contro la sua guancia. «Adoro quando mi preghi, lo sai?…» Sollevò una mano alla sua nuca e la spinse in avanti.

«Guy!…»

«Shhh.» Spinse con più decisione. «Piega il busto in avanti, angelo… appoggia le mani sul davanzale.»

«Guy, no…» Ma la mano spingeva, comandava… dominava; e lei cedette. Piegandosi a novanta gradi, con la vista appannata dalla paura e dall’insostenibile vergogna, le sue natiche sporsero oscenamente verso di lui, in uno scandaloso invito.

La voce di Guy risuonò roca e sensuale. «Mi hai detto che ti eri trasferita qui per il panorama, vero, piccola Jane?…»

Dio, che… che infame. Jane sentì le lacrime spingerle negli occhi. Non era ubriaco, la sera di Natale di quattro anni prima. Ricordava ogni cosa

«È vero?» ripeté lui.

«S…sì.»

«Allora, angelo» le posò le mani sulle natiche, e intorno a lei tutto prese a girare, «visto che ti piace la vista, guarda fuori… e goditi il panorama.

Ann Owen - Schiava per vendetta








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