sabato 24 ottobre 2015

Quando si inganna qualcuno, l’inganno bisogna saperlo sostenere fino alla fine.



Come se le desse delle spiegazioni, e dolorose per di piú, per la primissima volta. – Se solo tu non mi avessi detto niente, – aggiunse, – se mi avessi tenuto all’oscuro. Quando si inganna qualcuno, l’inganno bisogna saperlo sostenere fino alla fine. Che senso ha un bel giorno dissipare l’errore, raccontare di punto in bianco la verità? È peggio ancora, perché significa smentire tutto quello che c’è stato, svuotarlo di ragioni, obbliga una persona a raccontarsi da capo quello che ha vissuto, o a rinnegarlo. Eppure non ha vissuto altro: ha vissuto quella vita lí. E che cosa se ne fa uno, allora? Deve tirare una riga sulla sua vita? Cancellare retrospettivamente tutto ciò che ha sentito e creduto? Non è possibile, ma neppure è possibile che tutto rimanga come prima, come se fosse stato vero, quando ormai si sa che non è cosí. Non si può far finta di niente, ma nemmeno rinunciare ad anni che sono stati quello che sono stati, che non possono piú essere altrimenti, e dei quali rimarrà sempre una traccia, un ricordo, per quanto ora fantasmagorico, come di qualcosa che è accaduto e insieme non accaduto. E dove lo mette uno questo, quello che è accaduto e non accaduto? Ah, che cretina sei stata, Beatriz. Non una volta sola, ma due.

Sí, adesso c’era un tono di lamento, non piú di disprezzo né di aggressività, può darsi che fosse ancora di rancore.

Javier Marias *** Così ha inizio il male


Quando si svela un inganno bisogna essere consapevoli che dopo, tutto non sarà come prima. E avere il coraggio di essere sinceri fino in fondo, senza reticenze, omissioni e ambiguità.
Non si può condannare la persona ingannata a impantanarsi nella nebbia. Bisogna correre il rischio di distruggere una relazione, rispettando la libertà dell'altro, di capire e decidere
Perchè il deserto è di gran lunga preferibile alla nebbia.

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