POESIA VERTICALE, 51 Un giorno troverò una parola che penetri il tuo corpo e ti fecondi, che si posi sul tuo seno come una mano aperta e chiusa al tempo stesso. Incontrerò una parola che trattenga il tuo corpo e lo faccia girare, che contenga il tuo corpo e apra i tuoi occhi come un dio senza nubi e usi la tua saliva e ti pieghi le gambe. Tu forse non la sentirai o forse non la capirai. Non è necessario. Vagherà dentro di te come una ruota fino a percorrerti da un estremo all’altro, donna mia e non mia e non si fermerà neanche quando tu morirai. Roberto Juarroz (51, da Poesía Vertical, 1958)
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