se posso trapassare lo sgomento, se posso fare breccia di sgomento in leggerezza, se posso afferrare leggerezza e incantare il peso, il peso turbinoso del mondo, spaventoso cemento pesante del giorno, accogliermelo nelle mani, farmi tutta peso declinante, peso che storpia, faticoso peso in leggerezza forte, in mia volatile inclinazione, se posso fare spazio nel cuore ostruito, se posso, in quel vano senz’aria - se posso affacciarmi alla finestra e non vederti, se posso fare pensiero pacato del mio non vedere che vieni o che vai, se posso fare che assenza sia lieve, che sia lieve nello spazio e lieve molto nel tempo, se posso fare che il tempo non strida, non mi scolori nella sfinitezza, che non mi slacci la tessitura, che giochi piano alla memoria, piano ai gesti e alle cose piccole, piano con noi dell’età buona, dell’età gelosa custodita, se posso fare custodia di assenza - se posso tenermi questi giorni lunghi di esattezza, se posso disegnare lo stupore della somiglianza, del riflesso al contatto, se posso vedermi in tua visione, contare le ore della lucidità trattenendomi in tua nitida visione, se posso infliggermi mancanza, essere intera mancanza che mi contorna, se così posso farne carico inseparabile, se il vuoto è la presenza dolcissima che so, se so ancora qualcosa, qualcosa ancora, ancora qualcosa non so - Alessandra Cava
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