mercoledì 6 gennaio 2016

e lo guardai nei suoi occhi assenti, nei quali vidi finalmente ciò che un bambino deve amare,


UN VISITATORE Mio padre, per esempio, che una volta era giovane e con gli occhi blu, ritorna nelle notte più buie in veranda e bussa selvaggiamente alla porta, e se io rispondo devo essere preparata al suo volto di cera, al suo labbro inferiore gonfio di amarezza. E così, per lungo tempo, non ho risposto, ma ho dormito a tratti, tra le ore del suo bussare. Ma alla fine venne la notte in cui sgusciai fuori dalle lenzuola e con passo incerto scesi nell’ingresso. La porta si aprì ed io seppi d’essere salva e che potevo sopportarlo, patetico e vuoto, con persino il minore dei suoi sogni congelato dentro se, senza più meschinità. E lo accolsi e lo interrogai dentro casa, e accesi la lampada, e lo guardai nei suoi occhi assenti, nei quali vidi finalmente ciò che un bambino deve amare, vidi ciò che l’amore avrebbe potuto fare ci fossimo amati in tempo. Mary Oliver In lingua originale: A VISITOR My father, for example, who was young once and blue-eyed, returns on the darkest of nights to the porch and knocks wildly at the door, and if I answer I must be prepared for his waxy face, for his lower lip swollen with bitterness. And so, for a long time, I did not answer, but slept fitfully between his hours of rapping. But finally there came the night when I rose out of my sheets and stumbled down the hall. The door fell open and I knew I was saved and could bear him, pathetic and hollow, with even the least of his dreams frozen inside him, and the meanness gone. And I greeted him and asked him into the house, and lit the lamp, and looked into his blank eyes in which at last I saw what a child must love, I saw what love might have done had we loved in time. Mary Oliver




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