mercoledì 7 ottobre 2015

ami tuo marito al punto da non poterlo abbandonare





Domenica sera.
Una cosa mi disturba da tempo nel tuo ragionamento, nell'ultima lettera appare con particolare evidenza, è indubbiamente un errore, circa il quale puoi sempre esaminarti: quando dici che (come è anche vero) ami tuo marito al punto da non poterlo abbandonare (non fosse altro per amor mio; voglio dire che per me sarebbe una cosa orribile, se tu lo facessi ciò nonostante), ci credo e ti do ragione.

Quando dici che tu lo potresti bensì abbandonare, ma lui ha bisogno di te, intimamente, e senza di te non può vivere, che tu dunque per questo non puoi abbandonarlo, ancora ci credo e ancora ti do ragione.

Ma quando dici che esteriormente non può vivere senza di te e perciò (questo sarebbe l'argomento fondamentale) perciò non puoi abbandonarlo, allora o lo dici per nascondere i motivi indicati prima (non per rafforzarli, giacché quei motivi non hanno bisogno di essere rafforzati) o invece è soltanto uno di quegli scherzi del cervello (dei quali parli nella tua ultima lettera) sotto i quali il corpo si torce, e non soltanto il corpo.

Franz Kafka - lettere a Milena



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