letture dell'adolescenza
La morte di Tantalo Noi sedemmo sull’orlo della fontana nella vigna d’oro. Sedemmo lacrimosi in silenzio. Le palpebre della mia dolce amica si gonfiavano dietro le lagrime come due vele dietro una leggera brezza marina. Il nostro dolore non era dolore d’amore né dolore di nostalgia né dolore carnale. Noi morivamo tutti i giorni cercando una causa divina il mio dolce bene ed io. Ma quel giorno già vania e la causa della nostra morte non era stata rinvenuta. E calò la sera su la vigna d’oro e tanto essa era oscura che alle nostre anime apparve una nevicata di stelle. Assaporammo tutta la notte i meravigliosi grappoli. Bevemmo l’acqua d’oro, e l’alba ci trovò seduti sull’orlo della fontana nella vigna non più d’oro. O dolce mio amore, confessa al viandante che non abbiamo saputo morire negandoci il frutto saporoso e l’acqua d’oro, come la luna. E aggiungi che non morremo più e che andremo per la vita errando per sempre. Segio Corazzini ricordo del gennaio 1984