Con Beatriz Noguera poteva essere sgradevole e anche intenzionalmente malvagio, addirittura crudele e odioso, almeno a parole. Poteva mostrarsi detestabile. Ne avevo viste di coppie che si ferivano spesso, a volte senza volerlo, senza accanimento, incapaci di farne a meno, chi non ha conosciuto questo.
Persone che rimangono insieme in eterno per forza d'abitudine, perché l'una fa parte dell'esistenza dell'altra tanto quanto l'aria che respirano, o almeno quanto la città in cui abitano e che mai si deciderebbero a lasciare benché i sia diventata loro intollerabile. Ogni coniuge ha per l'altro lo stesso valore del salone o della camera da letto di casa loro: ci sono, e non sono né belli né brutti, né odiosi né amati, né deprimenti né stimolanti, né benefici né nocivi. Sono quello che c'è - sono l'involucro, il pallore quotidiano, l'ambiente circostante -, nessuno li mette in questione, né considera la possibilità di liberarsi del loro respiro o del loro mormorio costante e vicino, e neppure di spingerli a cambiare o di migliorare i termini del rapporto.
Li si dà per scontati, sono qualcosa con cui si convive in modo anche eccessivamente naturale, senza che mai intervenga un atto volitivo in tal senso nè si affacci un'idea di cessazione o di reversibilità o di soppressione, come se nulla di tutto ciò fosse possibile e ci fossero toccati in sorte esattamente come ci è toccato nascere in un paese determinato o nel seno di una certa famiglia, avere certi genitori e fratelli e non altri.
In compagnia di queste persone si perde la consapevolezza che un giorno una scelta c'è stata, o almeno una scelta parziale o apparente - dettata il piú delle volte dal conformismo -, e che la presenza dell'altro che potrebbe cessare senza eccessive complicazioni, a meno che non si opti per i metodi violenti, certo, perché allora le complicazioni sarebbero infinite o nulle, a seconda dell'astuzia con cui ci si libera dell'impaccio.
Javier Marias *** Così ha inizio il male
@Elwira Kruszelnicka
