sabato 30 marzo 2019

Io avevo vent’anni e qualche mese,

Franco Arminio in rete

Ricordo lo stupore del primo abbraccio,
ricordo le trecce e un giubbino giallo
che dava una bellissima forma ai fianchi,
ricordo la lotta tra le mie parole e il tuo silenzio.


Io avevo vent’anni e qualche mese,
Io avevo vent’anni e qualche mese,
ero dentro la tela dei miei nervi,
sputavo l’aria, non la respiravo.
Ricordo lo stupore del primo abbraccio,
ricordo le trecce e un giubbino giallo
che dava una bellissima forma ai fianchi,
ricordo la lotta tra le mie parole e il tuo silenzio.
Il paese era spaccato, c’erano ancora i muli
e c’erano le macchine, cadeva il vecchio
e il nuovo ci nasceva tra i denti.
D’inverno l’amore era nel freddo,
il container, la casa dei miei nonni,
perfino il garage dove chiudevo la macchina.
Manfredi e Livio non c’erano ancora,
la casa era ancora l’osteria.
Ora siamo in un altro tempo:
dal corpo al paese, alla comunità.
Ora posso dire che sono andato avanti
camminando dietro di te che stavi ferma.
 
Franco Arminio

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