sabato 30 marzo 2019

L'illusione della felicità assoluta


Felicità

L'illusione della felicità assoluta


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Ma chi pretende la felicità assoluta? Credo nessuno, se non persone che hanno una struttura mentale particolare: I produttori di ideali.
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Quindi si può essere felici? Si, ma in maniera relativa. Abbiamo assodato che si può essere felici per poco, il fatto è che all’essere umano il poco non basta: desidera la donna o l’uomo dei quali si innamora per sempre, la felicità per sempre, e si illude di poter conseguire il suo scopo. Vive l’illusione della felicità assoluta.
[...]
Dal punto di vista psicoanalitico si tratta dell’illusione di onnipotenza, che spinge verso sistemi sociali o religiosi assolutisti. Quando le persone siano normali, cioè nel pieno delle loro pseudo-facoltà critiche, andranno incontro a grandi delusioni;
qualora, invece, le persone siano permeate di nuclei narcisistici (psicotici), l’assenza di relativismo, li rinforza nelle loro false idee, e li allontana sempre più dalla realtà, cioè aggrava la malattia.



una signora sposata sogna che il signor X andando in montagna vede un giovane che cade in un burrone. Un’interprete onirico tradizionale direbbe che sta per succedere una disgrazia, uno psicoanalista chiederebbe alla persona che ha portato il sogno di esaminare i fatti di quei giorni, i pensieri, le idee, le situazioni non concluse (i resti diurni) e, infine, a partire dal testo del sogno, di dire tutto ciò che le viene alla mente anche se assurdo e lontano nel tempo (cioè attinente all’infanzia).
 
Si scoprirà che la signora ad una festa, dove si è parlato di montagna, aveva notato un bel giovane che avrebbe voluto conoscere meglio, tanto più che parlava con suo marito. La signora, durante la seduta, parla del marito e dice che le è diventato indifferente specialmente dal punto di vista sessuale: ” É un brav’uomo, mi da tutto ciò di cui ho bisogno, ma è freddo e pensa a tutto meno che a me. In più è geloso, mi sorveglia e minaccia di far eliminare quelli che , pensa, siano i miei amanti”.
 
Le associazioni successive rievocano una sua relazione giovanile con il signor X: “Anch’egli era geloso e mi ricorda mio marito, andavamo in montagna, rideva sempre, e non mi baciava o toccava mai: un cretino”.
Rimane per un poco in silenzio e poi con aria e voce pensosa dice: “…e pensi professore, che io sono fedele; non ho mai tradito mio marito. Devo dire che qualche volta ne ho avuto il desiderio, ho tanti corteggiatori, ma quando stavo per farlo sentivo la voce di mia madre che diceva: “La Janine (un’amica di famiglia) è proprio stupida: cade con tutti”.
 
Io ero piccola, non capivo cosa volesse dire “cadere con tutti”, pensavo solo ai giochi che facevo con mio padre e mio fratello in montagna quando ci divertivamo a cadere in un fienile. Decisi che non l’avrei più fatto”.
 
La rievocazione viene trasferita sui giochi che faceva a scuola con i compagni e poi, improvvisamente, come succede spesso in seduta, sembra che una luce si accenda nella mente e dice “con quel signore che ho conosciuto alla festa, io CADREI molto volentieri; ora capisco cosa intendeva mia madre; e anche il contenuto latente del sogno: Vorrei tanto andare in montagna e che quel bel giovane cadesse con me“.
 
Nel sogno la signora esprime un desiderio sessuale che non poteva permettersi di realizzare poiché ogni volta la VOCE (immaginata) della madre l’ammoniva: “non si deve fare come la Janine”. Le volte che riusciva a far tacere la voce o non l’ascoltava, ci pensava il corpo a parlare e insorgeva il sintomo isterico cioè quell’insieme di spasmi che rendevano il rapporto sessuale penoso.
 
Per tornare all’argomento della felicità, ecco che abbiamo un bell’esempio di una persona che finalmente sa quello che vuole, che lo potrebbe fare perché “ha tanti corteggiatori” ma che deve penare perché ha quella spade di Damocle degli spasmi che rinforza il conflitto tra obbedire alla Voce della madre o seguire l’istinto e scaricare la tensione.
 
Nel testo ho scritto Voce con la ‘V’ maiuscola per indicare l’ idealizzazione di tale voce. Quella voce non è l’insieme di suoni organizzati in frasi educative pronunciate dal genitore biologico ma è la voce di un IDOLO che se non gli obbedisci, può anche incenerirti. Comunque ti colpisce sulla fonte pulsionale dalla quale scaturisce la spinta che richiederebbe di essere soddisfatta per diseccitare quella fonte. Operazione quasi impossibile perché il vaginismo ti morde.
 
Un bell’esempio di Super-io orale, in azione.
La maggior parte di questa dinamica è inconscia, cioè proviene da quella parte della mente che sfugge all’attenzione vigile della mente stessa.
E’ proprio il caso di dire
 
“io potrei essere felice, so anche cosa fare (cadere con il bel giovane) ma, non so perché, quando ci provo mi vengono quei dolori che me ne fanno passare la voglia”.

Peluffo Nicola
L'illusione della felicità assoluta


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