domenica 21 febbraio 2016

Come chiamare questa tua assenza?

Poesia femmina
Anileda Xeka
Come chiamare questa tua assenza?

Come chiamare questa tua assenza? Sgradito ospite che spavaldo impone la sua presenza.
…..Come può il vuoto, il nulla, essere tanto ingombrante da riempirti?
No. Svuotarti. Perchè l´assenza ti svuota e lo fa in silenzio con la stessa perfidia di chi cova odio a lungo,
di chi serve la vendetta in calici preziosi di vini che non oseresti bere. Ai quali concedi uno di quei lunghi rituali
che sono quasi sacri, d´obbligo, persino. L´avvicinarsi del cristallo alle narici, dividendo
i profumi uno ad uno. Riconoscendoli. Respirandoli. Il galleggiare del rosso da un lato all´altro,
in una danza sinuosa come in una notte d´estate l´acqua del mare al passaggio di una barca a vela,
come lo strascico di seta rosso che scivola tra le gambe e lascia dietro sé una donna che alzandosi
dal letto dopo aver fatto l´amore si trascina il lenzuolo cercando di coprire quelle stesse nudità
che vengono ancor più esaltate, da quella danza sensuale di movimenti lenti che ogni donna possiede.
con una tale grazia ch´è pari di quella di una Dea.
L´assenza t´annienta, senza annientarti del tutto. e ti contiene, ed è come fossi gettato di continuo
in un pozzo infinito del quale non conoscerai mai il fondo.
…..Quella fine che pur non conoscendo ti seduce, per quella sensazione verosimile
di serenità che infonde il sapere, l´assurdo bisogno che si ha di una conclusione qualunque,
soprattutto quando perdi qualcosa che importa più della vita stessa, la speranza di vivere.
Ma l´assenza non è come la morte, qualcosa di simile forse, ma certamente di più.
E´ incolore. Ma non è aria, né acqua.
Due orecchie, due occhi, due braccia, due gambe fanno pur sempre una sola persona,
persino due labbra fanno una sola bocca, due labbra che tacendo, saprebbero parlarti di divino
di quell´unione perfetta del fondersi spontaneo di due corpi, l´adagiarsi setoso sull´un l´altro,
liberi nell´essere tutt´uno.
Simile all´assenza, non è assenza. Nostalgia nemmeno. E´ qualcosa di più, di più.
E´ come accorgersi di essere privati di un piede, una mano, un occhio. E´ come essere a metà.
Ecco perchè ho tardato tanto. Ecco perchè non ho smesso di cercarti. Sei parte mancante di me.
Eppure il tuo cuore batte sul mio petto, il tuo respiro ondeggia sul mio collo.
Eppure non ci sei. Non riesco a vederti, nè afferrarti. E sei ovunque attorno e in me.
Di tutte le vite che ho vissuto non ricordo che una sola. La vita di cui sono priva.
Dammi le tue mani amore, scriveremo una sola poesia, in fondo, non guardano che un solo orizzonte
gli occhi, non percorrono che un solo sentiero, i piedi.
…..Non siamo che l´ala mancante del cielo dell´un l´altro, divisi, non siamo altro che tutt´uno, come due bocche
che altro non desiderano, non fanno, che un solo bacio. La chiave del nostro inizio.
 
Anileda Xeka

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