mercoledì 24 febbraio 2016

volevo… volevo capire

– L’ultima volta che mi sono fatto un amico è stata quasi dieci anni fa, – disse riaprendo gli occhi. – Ma forse sarebbe piú esatto dire «qualcosa di simile a un amico». Aveva sei o sette anni meno di me, ed era una brava persona. Bere gli piaceva, per tenergli compagnia bevevo anch’io, e intanto parlavamo di tante cose.
Misaki annuí lievemente. Aspettava il seguito della storia. Dopo qualche esitazione, Kafuku si decise a raccontare.
– Le dirò la verità, quell’uomo per un certo periodo era andato a letto con mia moglie. Ma ignorava che io lo sapessi.
[...]
– E come è venuto a saperlo?
– Be’, non è stata lei a dirmelo, naturalmente, ma io l’ho capito. Ora spiegarle sarebbe troppo lungo. Ma è una cosa di cui sono certo. Non me la sono immaginata.
[...]
– Come spiegarle, volevo… volevo capire. Capire cosa avesse spinto mia moglie a tradirmi con quell’uomo, quale ragione avesse di farlo. Perlomeno all’inizio, la mia motivazione era questa.
Misaki fece un respiro profondo. Sotto la giacca il suo petto si sollevò e scese lentamente.
– Non era una sofferenza, per lei? Starsene a bere e chiacchierare con un uomo che si portava a letto sua moglie?
– Certo che lo era, è ovvio, – disse Kafuku. – Il mio pensiero, anche non volendo, andava sempre lí. Mi tornavano in mente cose che avrei preferito non ricordare. Ma recitavo. Dopotutto era il mio mestiere.
[...]
– No, non l’ho capito. C’erano alcune qualità che lui aveva, e io no. Cioè… in realtà penso che fossero molte. Ma cosa in particolare avesse attratto mia moglie, non avevo modo di saperlo. Non è che noi agiamo spinti da motivazioni precise. Quando due persone si frequentano, soprattutto un uomo e una donna, come dire…? È una questione piú globale. Piú ambigua, piú arbitraria, piú… piú sofferta.

Murakami Haruchi Uomini senza donne

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