“È facilissimo diventare ‘uomini senza donne’. Basta che tu ami profondamente una donna, e lei a un certo punto se ne vada”.
Ma la condizione di uomo senza donne non è la disperazione; è piuttosto la solitudine – come un baffo di unto, “farla sparire è un lavoro improbo” –, una solitudine che, paradossalmente, è proficua. Come è proficua la malinconia.
“Ha le sue prerogative di macchia, che includono a volte il diritto alla parola. E tu dovrai vivere insieme alle sue piccole variazioni, insieme ai suoi contorni che prendono significati mutevoli”.
Giacomo Verri
Le donne di Murakami sono il nostro altrove
recensione di Uomini senza donne di Murakami Haruki (Einaudi, pp. 222, euro 19)
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