Quando da bambini restavamo schiacciati dal peso delle aspettative dei nostri genitori.
Non eravamo mai abbastanza bravi mai all'altezza e, a torto o a ragione, sentivamo (perchè i bambini sentono anche quando non capiscono) la delusione nel loro volto.
Ci sentivamo inadeguati, ci sentivamo in colpa.
E così cresciamo con questo terrore di non essere mai all'altezza delle aspettative degli altri. ogni nostro gesto è segnato dalla paura di deludere.
Ogni tanto riaffiora questo dolore sepolto che ci portiamo dentro e un senso di angoscia e di abbandono ci pervade.
Il senso di colpa ci induce a due comportamenti entrambi sbagliati:
1) Cerchiamo di essere accondiscenti e compiacenti snaturando noi stessi, annullando la nostra personalità, i nostri desideri, la nostra libertà. Siamo gentili oltre misura nell'illusione di poter trovare la serenità grazie all'approvazione degli altri.
2) ci prodighiamo per gli altri oltre misura oltre ogni limite, dedichiamo il nostro tempo e le nostre energie agli altri pensando che non diamo mai abbastanza.
In entrambi i casi diventiamo invisibili. Gli altri nemmeno si accorgono della nostra generosità, la danno per scontata, ne sono talmente abituati che se accorgono solo quando abbassiamo l'intensità della nostra generosità.
Facile a dirsi ma c'è una sola strada. Dobbiamo sostituire gli altri con la nostra persona. Dobbiamo cioè in primis essere generosi e gentili con la nostra persona, di cui dobbiamo avere stima rispetto e fiducia.
Carmelo
Assolutamente da'accordo con te. Se non riusciamo ad usare gentilezza con noi stessi, con gli altri saremo condiscendenti. Oppure ci annulleremo fino a scoppiare. Perché in un modo o nell'altro, la mancanza di affatto per sé trova la strada.
RispondiEliminaeppure è così difficile!............
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