Richard Ford - Infiniti peccati
Una cosa che gli piaceva di Frances Bilandic era il modo diretto, innocente, quasi arcigno ma sempre appassionato, in cui gli faceva quasi perdere la testa a furia di scopare. Le sue preferenze sessuali erano sempre andate alle scopate vivaci e rumorose, vere e proprie sarabande di salti, tuffi e affondi; Mary parlava dei loro primi rapporti amorosi come dei numeri di un circo, e questo lo metteva in imbarazzo. Ma Frances diede alle scopate un significato nuovo.
Gli occhi puntati su di lui con un’intensità che era spesso intimidatoria, entrava in un’altra dimensione sessuale, dicendogli senza peli sulla lingua in che modo, esattamente, prevedeva di possederlo, e di essere posseduta da lui, e provocandolo con precise istruzioni su come Howard doveva provvedere energicamente a soddisfarla; il tutto con un’energia senza limiti, e con un’originalità e una varietà orgasmica davvero sconcertanti. “Non così, non così, no, no, no, Cristo, Cristo” gli urlava all’orecchio proprio quando lui credeva di essere quasi arrivato al traguardo. Bastava questa voce inflessibile e insistente per fargli perdere le staffe. “Non smettere, non smettere, maledizione” ordinava lei. “Così va bene. Ora ti vedo. Eccoti. Non c’è nessuno come te, Howard. Nessuno. Howard. Nessuno!”
Abisso
Richard Ford
Infiniti peccati [racconti]
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