Richard Ford - Infiniti peccati
Era opera sua, pensava Frances; era stata lei a inventarlo, a trasformarlo nell’uomo che le faceva comodo. La vera intelligenza di Howard stava nel non fare resistenza.
[...]
Anche se forse, naturalmente – mentre giaceva nel buio granuloso con Howard istantaneamente, infinitamente addormentato al suo fianco – forse in macchina lei si era espressa perfettamente, e lui aveva fatto solo quello che gli aveva detto lei. “Voglio solo che tu mi scopi.” Ecco che cosa gli aveva detto. Chiunque avrebbe potuto capire che cosa significava. Lei aveva orchestrato le cose, dunque, non lui. Semplicemente, non se n’era accorta. Lui si era solo lasciato usare – questa era la parola – trasformare nello strumento adatto per ciò che lei voleva aggiustare, svuotare, finire, liberare, qualunque cosa fosse. In realtà, non si conoscevano così bene. Si era sbagliata a proposito dell’intimità.
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Richard Ford
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