Maram al-Masri
piango,
sulla solitudine che unisce
gli stranieri.
perchè uno scrive
Scrivere è imparare a conoscere se stessi, nella propria nudità, nei pensieri più intimi.
Sì: sono scandalosa perché paleso la mia verità, la mia nudità, proprio come fa un bambino.
Sì: sono scandalosa perché grido il mio dolore e la speranza, il mio desiderio, la mia fame e la mia sete; perché descrivo i mille volti dell’altro: il bello e il laido, la parte tenera e quella crudele.
Scrivere, per me, è come morire davanti a un persona che ti osserva senza muoversi. È come annegare mentre una nave ti passa vicino, senza vederti.
Scrivere significa essere quella nave che salverà chi sta annegando, è stare sull’orlo di una scogliera e aggrapparsi a un filo d’erba.
Quando scrivo, il mio io è quello dell’altro, e questa convinzione mi aiuta a liberare me stessa, a mettermi a nudo.
Tuttavia, far valere la mia poesia e cercare di meritare il corrispettivo titolo, mi mette in pericolo – è uno scandalo che implica tanta sofferenza.»
Maram al-Masri
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