lettera di Marina Cvetaeva a R.M.Rilke - 1926
"Per il mio onomastico, dunque, il regalo più bello: la Tua lettera. Del tutto inattesa, come è stato ogni volta, non mi abituerò mai a Te (né a me!), e neanche allo stupore, e ai miei pensieri per Te. Tu se ciò che stanotte sognerò, ciò che stanotte mi sognerà. (Sognare o essere sognati?) Una sconosciuta in un sogno altrui. Non Ti attendo mai, Ti riconosco sempre. Se qualcuno sognerà Te e me insieme, allora ci incontreremo."
Rainer, voglio venire da Te anche per amore di quel mio nuovo io che può nascere soltanto con Te, soltanto in Te. E allora Rainer, ("Rainer" - il leitmotiv di questa lettera), non Ti arrabbiare (sono io la cattiva) voglio dormire con Te – addormentarmi e dormire.
Questa meravigliosa espressione popolare: com'è profondo, com'è vero, inequivocabile preciso ciò che essa esprime. , esattamente come ciò che esprime. Semplicemente dormire. E e niet’altro.
No, ancora una cosa: affondare il capo nella Tua spalla sinistra, il braccio intorno alla destra, e nient'altro.No ancora uma cosa: sapere, persino nel sonno più profondo, che Tu sei lì. E ancora: ascoltare come risuona il tuo cuore e baciarlo.
[...]
Ho sempre considerato òa bocca come un mondo: volta celeste, grotta, voragine, abisso.Ho sempre trasferito il corpo nell'anima (l'ho discorporato), e l'amore "fisico", per poterlo amare a tal punto l'ho magnificato che d'un tratto non ne è restato più nulla. Sprofondandomi in esso, ho finito per svuotarlo. Penetrandovi ho finito per respingerlo. Di lui non sono rimasta che io stessa: anima (così mi chiamo. e di qui lo stupore, l'onomastico!)
L'amore odia il poeta. Non vuole essere magnificato ("è già magnifico di per se"), si ritiene un assoluto, l'unico assoluto. Non si fida di noi. Nel suo profondo sa di non essere magnifico (perciò è come dispotico), sa che magnifica è soltanto l'anima, e la dove inizia l'anima finisce il corpo. Pura gelosia, Rainer. La stessa che l'anima ha in serbo per il corpo: tanto decantato! Il breve episodio di Francesca e Paolo. Povero Dante! Chi pensa più a Dante e Beatrice? Della commedia umana sono gelosa. L'anima non è mai amata come il corpo, al massimo - lodata. Il corpo lo si ama con mille anime. Chi mai si è dannato per un'anima? E se anche qualcuno lo volesse, sarebbe impossibile: amare un'anima fino alla dannazione significa essere più angeli. Ci hanno sottratto, con l'inganno, tutto l'inferno! (" ...trop pure - provoque un vent dédain!").
Chissa perchè ti dico questp.Forse per paura che Tu mi consideri una passionale qualunque (passione è schiavitù).
"Io ti amo e voglio dormire con Te", all'amicizia non è concessa tanta concisione. Ma io lo dico con altra voce, quasi nel sonno. già nel sonno. Il mio tono è molto diverso da quello della passione. Se miprendessi con Te, prenderesti les plus déserts lieux. Tutto ciò che non dorme mai vorrebbe concedersi al sonno tra le Mue braccia. Giù fino all'anima (gola), questo sarebbe il bacio.
(Non incendio: abisso) je ne plaude pa mas cause, je plaide la cause du plus absolu des baisers
[...]
Rainer, si fa sera e io Ti amo. Ulula un treno. I treni sono lupi, i lupi sono la russia. Non è un treno è tutta la Russia che ulula verso di Te. Rainer, non T'arrabbiare: che Tu T'arrabbi oppure no, stanotte dormirò con Te. Chiudo lo strappo nell'oscurità stellata: la finestra (quando penso a Te e me, penso a una finestra, non al letto.) Gli occhi spalancati, perchè fuori c'è ancora più buio che dentro. Il letto è una nave, e noi partiamo per una viaggio.
La bocca l’ho sempre sentita come mondo: volta celeste, Il corpo l’ho sempre tradotto in anima, l’ho reso magnifico a tal punto che all’improvviso non ne è rimasto nulla.
Perché ti dico tutto questo? Per paura, forse – che tu mi ritenga comunemente passionale. “Ti amo e voglio dormire con te” – all’amicizia non è data tanta concisione. Ma è con un’altra voce che io lo dico, quasi nel sonno profondo. Il mio suono è diverso da quello della passione.
Tutto ciò che mai dorme desidera saziarsi di sonno fra le tue braccia.
Fin dentro l’anima (gola) sarebbe il bacio. (non incendio: voragine).
Rainer, si fa sera, ti amo. Ulula un treno. I treni sono i lupi, i lupi la Russia. Non un treno – la Russia intera sta ululando verso di te.
Rainer, non arrabbiarti, oppure arrabbiati quanto vuoi: stanotte dormirò con te. Uno squarcio nel buio – ci sono le stelle – concludo: finestra. (Alla finestra penso, non al letto, quando penso a te e a me.) Gli occhi spalancati, perché fuori è ancora più buio che dentro. Il letto è un vascello, ci mettiamo in viaggio. Non occorre che tu risponda – continua a baciare.
Marina Cvetaeva - lettera a Rainer Maria Rilke - 1926
"Per il mio onomastico, dunque, il regalo più bello: la Tua lettera. Del tutto inattesa, come è stato ogni volta, non mi abituerò mai a Te (né a me!), e neanche allo stupore, e ai miei pensieri per Te. Tu se ciò che stanotte sognerò, ciò che stanotte mi sognerà. (Sognare o essere sognati?) Una sconosciuta in un sogno altrui. Non Ti attendo mai, Ti riconosco sempre. Se qualcuno sognerà Te e me insieme, allora ci incontreremo."
Rainer, voglio venire da Te anche per amore di quel mio nuovo io che può nascere soltanto con Te, soltanto in Te. E allora Rainer, ("Rainer" - il leitmotiv di questa lettera), non Ti arrabbiare (sono io la cattiva) voglio dormire con Te – addormentarmi e dormire.
Questa meravigliosa espressione popolare: com'è profondo, com'è vero, inequivocabile preciso ciò che essa esprime. , esattamente come ciò che esprime. Semplicemente dormire. E e niet’altro.
No, ancora una cosa: affondare il capo nella Tua spalla sinistra, il braccio intorno alla destra, e nient'altro.No ancora uma cosa: sapere, persino nel sonno più profondo, che Tu sei lì. E ancora: ascoltare come risuona il tuo cuore e baciarlo.
[...]
Ho sempre considerato òa bocca come un mondo: volta celeste, grotta, voragine, abisso.Ho sempre trasferito il corpo nell'anima (l'ho discorporato), e l'amore "fisico", per poterlo amare a tal punto l'ho magnificato che d'un tratto non ne è restato più nulla. Sprofondandomi in esso, ho finito per svuotarlo. Penetrandovi ho finito per respingerlo. Di lui non sono rimasta che io stessa: anima (così mi chiamo. e di qui lo stupore, l'onomastico!)
L'amore odia il poeta. Non vuole essere magnificato ("è già magnifico di per se"), si ritiene un assoluto, l'unico assoluto. Non si fida di noi. Nel suo profondo sa di non essere magnifico (perciò è come dispotico), sa che magnifica è soltanto l'anima, e la dove inizia l'anima finisce il corpo. Pura gelosia, Rainer. La stessa che l'anima ha in serbo per il corpo: tanto decantato! Il breve episodio di Francesca e Paolo. Povero Dante! Chi pensa più a Dante e Beatrice? Della commedia umana sono gelosa. L'anima non è mai amata come il corpo, al massimo - lodata. Il corpo lo si ama con mille anime. Chi mai si è dannato per un'anima? E se anche qualcuno lo volesse, sarebbe impossibile: amare un'anima fino alla dannazione significa essere più angeli. Ci hanno sottratto, con l'inganno, tutto l'inferno! (" ...trop pure - provoque un vent dédain!").
Chissa perchè ti dico questp.Forse per paura che Tu mi consideri una passionale qualunque (passione è schiavitù).
"Io ti amo e voglio dormire con Te", all'amicizia non è concessa tanta concisione. Ma io lo dico con altra voce, quasi nel sonno. già nel sonno. Il mio tono è molto diverso da quello della passione. Se miprendessi con Te, prenderesti les plus déserts lieux. Tutto ciò che non dorme mai vorrebbe concedersi al sonno tra le Mue braccia. Giù fino all'anima (gola), questo sarebbe il bacio.
(Non incendio: abisso) je ne plaude pa mas cause, je plaide la cause du plus absolu des baisers
[...]
Rainer, si fa sera e io Ti amo. Ulula un treno. I treni sono lupi, i lupi sono la russia. Non è un treno è tutta la Russia che ulula verso di Te. Rainer, non T'arrabbiare: che Tu T'arrabbi oppure no, stanotte dormirò con Te. Chiudo lo strappo nell'oscurità stellata: la finestra (quando penso a Te e me, penso a una finestra, non al letto.) Gli occhi spalancati, perchè fuori c'è ancora più buio che dentro. Il letto è una nave, e noi partiamo per una viaggio.
La bocca l’ho sempre sentita come mondo: volta celeste, Il corpo l’ho sempre tradotto in anima, l’ho reso magnifico a tal punto che all’improvviso non ne è rimasto nulla.
Perché ti dico tutto questo? Per paura, forse – che tu mi ritenga comunemente passionale. “Ti amo e voglio dormire con te” – all’amicizia non è data tanta concisione. Ma è con un’altra voce che io lo dico, quasi nel sonno profondo. Il mio suono è diverso da quello della passione.
Tutto ciò che mai dorme desidera saziarsi di sonno fra le tue braccia.
Fin dentro l’anima (gola) sarebbe il bacio. (non incendio: voragine).
Rainer, si fa sera, ti amo. Ulula un treno. I treni sono i lupi, i lupi la Russia. Non un treno – la Russia intera sta ululando verso di te.
Rainer, non arrabbiarti, oppure arrabbiati quanto vuoi: stanotte dormirò con te. Uno squarcio nel buio – ci sono le stelle – concludo: finestra. (Alla finestra penso, non al letto, quando penso a te e a me.) Gli occhi spalancati, perché fuori è ancora più buio che dentro. Il letto è un vascello, ci mettiamo in viaggio. Non occorre che tu risponda – continua a baciare.
Marina Cvetaeva - lettera a Rainer Maria Rilke - 1926
“Fare l’amoe con una donna e dormire con una donna sono due passioni non solo diverse ma quasi opposte. L’amore non si manifesta col desiderio di fare l’amore (desiderio che si applica a una quantità infinità di donne) ma col desiderio di dormire insieme (desiderio che si applica a un’unica donna)
Milan Kundera - l'insostenibile leggerezza dell'essere
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