sabato 30 settembre 2017

Montagna

Eugenio Montejo

sempre così calme sotto il sole che le indora,
serenissime madri.


Montagna
S’indorano quando il sole le ricompensa,
distese, calme, senza un gesto,
nonostante custodiscano nel loro grembo
la pazienza del mondo.

Ci vedono invecchiare attendendo che parlino,
ci seguono quando ci trasferiamo
di città in città,
ondulando attraverso remote finestre.

Giacciono sospese con le loro vette nell’aria,
le superiamo guardandole da lontano,
sono antichi abiti matrimoniali però intatti,
nelle fotografie incorniciano quello che fummo
e finanche sorridono
sempre così calme sotto il sole che le indora,
serenissime madri.
(Traduzione di Alessio Brandolini)
Eugenio Montejo

Sono così

Joumana Haddad

gioco con i destini, mi annoio facilmente
prometto e non mantengo.

Sono così

Sono così
non ho tempo per i rimpianti
gioco con i destini, mi annoio facilmente
prometto e non mantengo.
Inutile cambiarmi:
La certezza mi è estranea
per l’imbarazzo dell’amore
per l’immaginazione
perché sono devota
solo all’indolenza.
Imprevedibili i miei appuntamenti
sono una fuga prima del tempo
un sole che non basta
una notte che mai si schiude
sono impetuosi sussulti tra la sete e il dissetarsi.
Sono così, un silenzio per raccogliermi,
un lento terrore per disperdermi,
un silenzio e un terrore per curare una crudele memoria
non c’è luce che possa guidarmi:
possiedo solo i miei peccati.

Joumana Haddad

venerdì 29 settembre 2017

Chi eri tu?

Beatriz Altamira

 


Chi eri tu
 
Non ricordo il tuo viso, ma ricordo il calore del tuo braccio sinistro, stretto intorno alle mie spalle...tu, molto più alto di me, il tuo passo, lungo, che quasi mi trascinava...camminavamo sulla sabbia, una spiaggia deserta, un mare di primavera, verde e blu...
 
Dove stavamo andando ? Non c'era un posto dove andare, non una meta...solo il piacere di stare così, vicini, senza parlare...ci eravamo già detti tutto con quegli sguardi, quegli sguardi scambiati poco fa...come se ci conoscessimo da sempre ed avessimo fatto insieme la strada fino a qui...
 
E' una mattina di maggio, una località balneare della riviera romagnola, fiori ovunque, ma l'aria è ancora fredda; sono arrivata due giorni fa, per partecipare ad un congresso. Il mio hotel è quasi vuoto...non ho incontrato altri ospiti. Faccio colazione da sola, lentamente, guardando il mare al di là delle vetrate...
 
Una coppia si siede nel tavolo di fronte al mio...lei mi gira le spalle..lui ha due occhi neri, ...mi guarda, ci guardiamo, ci scambiamo un sorriso...forse siamo colleghi...
 
Mi alzo...ho finito...risalgo in camera a prendere la cartella con la documentazione...scendo nella hall...tu sei lì...mi stai aspettando...non dici niente...mi prendi per mano e...io ti seguo, come se l'avessimo sempre fatto e andiamo...
 
Non una parola, non una domanda, non una curiosità...solo noi e il mare...solo noi e questa musica che suonano i nostri corpi vicini, abbracciati...
 
E poi arriva il momento di lasciarci...si fa tardi...un bacio sulla guancia, la mia guancia.... e sei andato via, senza voltarti indietro...
 
Beatriz Altamira


il luogo del romanzesco è proprio là


Rimediare ai propri errori, richiede invenzione, tecnica, intelligenza e, in molti casi, cuore
Rimediare ai propri errori, cioè almeno provarci, richiede invenzione, tecnica, intelligenza e, in molti casi, cuore. E come tutte le attività che costeggiano il fallimento, denuda l’uomo e lo svela in purezza: una creatura inerme che si arrabatta nell’universo alla meno peggio per salvarsi la vita.
 
Per questo non solo dei propri sbagli non ci si libera mai ma, anche se fosse possibile, non sarebbe giusto. Cioè non sarebbe romanzesco, perché come ha già capito Paolo Conte, il luogo del romanzesco è proprio là.
 

Spiega alla gente
cosa vuol dire, cosa vuol dire amare
l’ amore,
senza mai fare neanche un errore
 
Peppe Fiore

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mercoledì 27 settembre 2017

sbagliare per lui è l’unica via per la salvezza


il movimento genera le storie.
Poi però c’è una ragione di ordine, per così dire, poetico. L’errore genera conflitto, il conflitto genera movimento, il movimento genera le storie.
 
Pensate solo all’energia che è servita a rimediare alle cazzate che avete fatto, e al lavoro, eventualmente al genio, necessari per metterci una pezza. Aleskei Ivànovic sa che ci sarebbero altri modi per aiutare Paulina, invece no: lui torna al casinò, e questo è un errore, lo sa benissimo, ma lui non può farci niente, sbagliare per lui è l’unica via per la salvezza. E per fortuna: perché poi su questo Dostoevskij ci fa il resto del romanzo.
 
Peppe Fiore

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Non altro che questo era il nostro amore

Ghiorgos Seferis
Non altro che questo era il nostro amore
fuggiva, tornava e ci portava
una palpebra china assai distante

Fuga
Non altro che questo era il nostro amore
fuggiva, tornava e ci portava
una palpebra china assai distante
un sorriso pietrificato, perso
nell’erba mattutina
una conchiglia strana che l’anima
tentava con insistenza di spiegare.
 
Non altro che questo era il nostro amore
frugava piano tra le cose intorno a noi
per spiegare perché ci rifiutiamo di morire
tanto appassionatamente.
 
E se ci reggemmo a lombi, se abbracciammo
altre nuche con tutta la nostra forza,
e confondemmo il respiro
al respiro di quella persona
se chiudemmo gli occhi, non era altro
che questo profondo desiderio di sorreggerci
nella fuga.
 
Ghiorgos Seferis

martedì 26 settembre 2017

Si nasce soli e soli anche si muore.

Liliane Wouters
Soli a sognare graviti lo spazio,
soli a sentire l'io di carne e sangue,
soli a voler trattenere l'istante,

Si nasce soli e soli anche si muore.
Si nasce soli e soli anche si muore.
Si dorme soli in letti condivisi.
Soli si mangia pane di poesia.
Soli con noi ci si trova stranieri.
 
Soli a sognare graviti lo spazio,
soli a sentire l'io di carne e sangue,
soli a voler trattenere l'istante,
a passare senza voler passare.
 
Liliane Wouters

A domani

Blaga Dimitrova

Prima di domani, se vorrai bere, non potrò
essere la tua fonte. Se il freddo
ti avvolge - non sarò il tuo fuoco.
Se hai timore del buio - la tua luce.

A domani
A domani! - dici tu e già te ne vai.
Con sguardo impaurito io t'accompagno.
A domani?... Ma domani è immensamente lontano.
Davvero tante ore fra noi si porranno?
 
Fino a domani per me sarà ignota
l'ombra mutevole della tua fronte,
il discorso ardente e pulsante della mano,
dei tuoi pensieri il fluire segreto.
 
Prima di domani, se vorrai bere, non potrò
essere la tua fonte. Se il freddo
ti avvolge - non sarò il tuo fuoco.
Se hai timore del buio - la tua luce.
 
- A domani! - tu dici e parti
e non senti nemmeno che non hai risposta.
- Al giorno estremo! - mi aspettavo dicessi
e rimanessi con me fino al giorno estremo.

Blaga Dimitrova

lunedì 25 settembre 2017

le poesie di Eugenio Montejo

ho scritto questo libro

Enrico Nascimbeni
Ho scritto per volere degli alberi e dei fiumi.

Ho scritto questo libro
Ho scritto questo libro mentre lei dormiva ed io mi facevo una canna pensando a Dio.
Ho scritto questo libro perché sono solo anche quando sono solo.
Ho scritto perché devo lasciare le mie tracce come un cane che segna territori improbabili. Passa un altro cane ed già finita.
Ho scritto questo libro perché tutti i giorni parlo con mia mamma e mio papà. Una preghiera. Un mantra. Un’assenza di prato tagliato dopo la pioggia.
Ho scritto per far cantare un foglio muto.
Ho scritto per risalire la corrente come un salmone.
Ho scritto per farmi bello con lei.
Ho scritto questo libro dopo aver guardato Youporn per un anno intero.
Ho scritto perché sono penna e coltello.
Ho scritto questo libro perché è una canzone che fa male.
Ho scritto su pacchetti di sigarette e una schiena di donna.
Ho scritto questo libro sa il cazzo perché.
Ho scritto perché ho letto Castaneda e Borges.
Ho scritto per volere degli alberi e dei fiumi.
Ho scritto questo libro perché andatevene affanculo tutti.
Ho scritto perché vi amo tutti. Ma dico una bugia.
Ho scritto questo libro per non andare via. Ho scritto perché sono già andato.
Ho scritto questo libro perché…ho scelto di sbagliare.
 
Enrico Nascimbeni - [Ho scelto di sbagliare ]

La mia solitudine non è sola

Óscar Hahn
non mi dice nulla
non mi rinfaccia nulla
mi abbraccia mi consola.
Piange con me.

La mia solitudine non è sola
La mia solitudine non è sola:
sta con me.
Mi accompagna ovunque
io vada: dorme nel mio letto
mangia dalla mia mano: respira
l’aria che respiro.
Mi parla con la mia voce
cammina come io camino
sente quello che io sento.
Solo una volta la mia solitudine
si é allontanata da me
mi ha abbandonato: è partita.
È stata quella sera che conobbi
la donna della mia vita.
Mesi e mesi senza la mia solitudine
Notte dopo notte con il mio grande amore
occupando lo spazio
dell’abbandono
Finché un giorno tutto è finito
come sempre finiscono
gli amori eterni:
in un batter d’occhio.
E adesso
sono tornato a casa mia
La mia solitudine mi riceve
a braccia aperte
non mi dice nulla
non mi rinfaccia nulla
mi abbraccia mi consola.
Piange con me.
 
Óscar Hahn

domenica 24 settembre 2017

Se vedi nel lavandino il mare

Enrico Nascimbeni
Se disegni come disegnano i bambini.
Se dormi il sonno del Buddha.
Se chiedi aiuto e non ti vergogni.

Se vedi nel lavandino il mare
Se vedi nel lavandino il mare.
Se immagini un giardino fiorito in una cella.
Se parli con la bocca piena e te ne fotti.
Se ancora ti fermi a guardare a bocca aperta una vetrina.
Se la tua canzone è uno sparo nella notte.
Se disegni come disegnano i bambini.
Se dormi il sonno del Buddha.
Se chiedi aiuto e non ti vergogni.
Se entri in una chiesa perché c’è silenzio.
Se giochi la partita anche se sai di aver perso.
Se dimentichi apposta per poi ricordare.
Se dividi il pane con il tuo cane.
Se ti guardi il palmo delle mani e non vedi il tuo destino.
Se preghi quando cammini un libro..
O stai diventando un poeta o stai diventando un uomo
Che poi forse è la stessa cosa.
 
Enrico Nascimbeni - [Ho scelto di sbagliare ]

sabato 23 settembre 2017

l'amore che mi resta








Deja vu eterni


Puoi ascoltarle milioni di volte
Appartengono a loro
Per sempre


 
Deja vu eterni

Certe musiche
Indissolubilmente
Legate
a persone e situazioni
 
Puoi ascoltarle milioni di volte
Appartengono a loro
Per sempre
 
Deja vuoi eterni
 


D.N. 22/9/2017




Perché ci piacciono gli uomini che sbagliano?


Nel successo c’è sempre una punta di ottusaggine

Perché ci piacciono gli uomini che sbagliano? Innanzitutto perché ci fanno simpatia: è più facile identificarsi nelle tare altrui, rivedendoci le nostre, possibilmente peggiorate, che nei loro successi.
 
I vincenti non sono simpatici, non sono dialogici, tutto quello che puoi fare è ammirarli o al massimo invidiarli. Poi basta. In fondo per vincere basta omologarsi alle regole e seguirle alla lettera, stare proni sotto la Storia.
 
Nel successo c’è sempre una punta di ottusaggine. E’ il motivo per cui i primi della classe sono quasi sempre persone sole.
 
Peppe Fiore

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sbagliamo tutto

Renata Correia Botelho
Niente più ci ricorda
che la poesia si forma soltanto
sul filo del rasoio.

Sbagliamo tutto
Sbagliamo tutto: consegniamo
i libri al sepolcro
degli scaffali, all’amore
 
diamo un grembo di ore
certe, smettiamo di aprire
finestre per respirare la notte.
 
Niente più ci ricorda
che la poesia si forma soltanto
sul filo del rasoio.
 
Renata Correia Botelho
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