sabato 31 marzo 2018

Il loro fare l'amore


Richard Ford - Infiniti peccati

Il loro fare l’amore

Il loro fare l’amore fu qualcosa d’intenso e di movimentato. All’inizio lei era quasi distratta, ma selettiva, vagamente teatrale, pratica. E poi, dopo un po’ – ma in realtà di botto – assorta, precisa, generosa, proprio come se fosse tutto improvvisato, tutto nuovo, qualunque cosa stessero facendo. Lei riusciva a trovare il nuovo con grande naturalezza, e lui fu colpito dalla sensazione che qualcosa di nuovo potesse accadere con qualcuno: che l’autocoscienza potesse essere una specie d’immersione e che questo poi potesse continuare a lungo. Non si oppose a nulla, a nulla rinunciò, e in tutto questo non perse mai i contatti con lei. Era quello che voleva. E quando la cosa terminò, per molto tempo lui fu a corto di parole. Lei aveva acceso la lampada di fianco al letto e dormiva coprendosi gli occhi con la mano. E lui aveva pensato: dov’era andato, questo, nella mia vita? Come faccio a conservarlo? E poi: no. Non si conserva. Prendi quello che ti danno quando te lo danno.
[...]
Avrebbe voluto, però, che non gli tremassero le mani, poiché quello era il momento migliore, dopo aver fatto l’amore, in cui tutto sembrava possibile, facile, in cui potevano sorprendersi con un’occhiata, cambiare quasi tutto con una frase buttata lì. Non c’entrava niente con lo svelarsi.
[...]
“Ti ha dato qualcosa, questo?” disse Wales. “Io, ti ho dato qualcosa d’importante? Era come se tu volessi che ci fosse un risultato.”

[...]
“Sì. Mi hai dato tanto. Mi hai dato tutto quello che c’era. No? Era quello che volevo.”
“Sì” disse Wales. “Sì. È vero.” E le sorrise.
“Bene” disse lei. “Bene.” Poi gli voltò le spalle, e corse verso le porte girevoli come aveva fatto l’uomo in smoking, e sparì in un lampo.
 
Tempo Prezioso

Richard Ford
Infiniti peccati [racconti]
- ( )

una stretta di mano

Buenas tardes

Quella che una volta era una stretta di mano oggi era un pompino.
 

 
Richard Ford - Abisso

una cerchia di affetti

Buenas tardes

Che altro era il matrimonio se non una cerchia di affetti?
 

Richard Ford - Tempo prezioso

per questo era solo se stessa


Richard Ford - Infiniti peccati

Tempo prezioso


“Cos’è cambiato, cosa non è cambiato?” disse sottovoce. Era troppo magra, pensava lui, più magra di quanto apparisse vestita – una donna piccina con i capelli neri e le braccia esili, non proprio bella sotto ogni luce, ma bella – con un viso un po’ appuntito, con due labbra dolci e sorridenti, ma un po’ troppo sottili. Sempre così attraente, tuttavia: la sensazione d’imprudenza che ti dava. Era sveglia, imprevedibile, pensava quasi costantemente a se stessa, rideva nei momenti sbagliati. Era ricca, moglie e madre, e forse per questo – pensava Wales – aveva poca esperienza del mondo, non abbastanza per sapere che cosa non fare, per questo era solo se stessa: un’altra qualità che lo attirava.
 
Tempo Prezioso

Richard Ford
Infiniti peccati [racconti]
- ( )

Talismano




 
Talismano

L'amore è un talismano,
Usalo bene
Sarà il tuo portafortuna

Talismano di vita
l'amore
sempre ti porterà fortuna,
Abbine cura e attenzione.

D.N. 30/03/2017


severed







La vita scossa

Franco Arminio in rete
il cervello chiuso nella pancia,
la tana di serpenti che hai tra le gambe.


. LA VITA SCOSSA
Non mi piace chi entra a piccoli passi,
mi piace venire all’osso,
nella buca, in trincea, voglio una ferocia,
un pugno in faccia,
mi piace chi mi porta al centro delle cose,
non ce la faccio a girare intorno,
mi stancano gli indugi,
le manfrine,
voglio essere scavato,
le cose lievi non le sento,
la dolcezza va bene
quando è improvvisa,
mi snerva la lentezza,
io vado contro la lentezza,
contro la pazienza, mi piace la vita
scossa, il cuore amaro:
dopo le grandi sventure
gli uomini hanno il cuore più chiaro.
 
Franco Arminio

venerdì 30 marzo 2018

Sono innamorata di un uomo

Esther M. García
un uomo a cui escono le ali dalla bocca
un uomo che corre tra il fuoco che m’incendia
tra le gambe

Sono innamorata di un uomo
Sono innamorata di un uomo
un uomo a cui escono le ali dalla bocca
un uomo che corre tra il fuoco che m’incendia
tra le gambe
Io avrei 20
tu avresti 45

Sono innamorata di un uomo
e il suo nome mi riempie di cenere la bocca
e fa che il sale
amaro
bianco
delirante
scorra tra le mie gambe
Io avrei 20
tu avresti 45

Sono innamorata di un uomo
della sua barba
della sua pancia flaccida
dei suoi occhiali
del suo tatuaggio sulla mano
di tutte le parole che scrive
ma che mai
mi ha guardato

Cercheró un posto dove possa nasconderlo:
un negozio
un pane
un ricordo
una cassa sigillata
o dentro il mio sesso
da dove giammai potrà uscire

 
Esther M. García

dimmi cosa vuoi veramente

Franco Arminio in rete
il cervello chiuso nella pancia,
la tana di serpenti che hai tra le gambe.


. Dimmi cosa vuoi veramente,
 
Dimmi cosa vuoi veramente, 
pazzamente, 
quello che vogliono le tue cellule, 
il cervello chiuso nella pancia, 
la tana di serpenti che hai tra le gambe.
Dimmi il tremore, il turbamento.
Ia parte nera del sentimento.


 
Franco Arminio

Considera che le storie importanti

Franco Arminio in rete
Infine: gli amori non corrisposti
sono da preferire ai non amori corrisposti,
oggi così frequenti.


. Nuovi consigli sentimentali
 
Considera che le storie importanti
fanno male e se non fanno male
non sono importanti.
Bisogna avere cura di conservare
lunghe vigilie e lunghe risonanze
agli incontri:
i giorni del sentimento inoperoso.
Un frammento di devozione
non sia mai negato a nessuno.
Usare il sesso come forma di conoscenza
più che come forma di piacere, 
il piacere in questo caso non può coincidere
con l'eccesso.
Riconoscere che le vie dell'ossessione
sono infinite, a un certo punto 
si finisce sempre dentro un'ossessione.
La gelosia non si patteggia,
è involontaria, come il battito del cuore.
Infine: gli amori non corrisposti 
sono da preferire ai non amori corrisposti,
oggi così frequenti.


 
Franco Arminio

giovedì 29 marzo 2018

passiamo il tempo a farci avvistare

Franco Arminio in rete
Adesso facciamo tutti la stessa cosa:
passiamo il tempo a farci avvistare


.
 
Sembra che niente
ci possa più raccogliere.
Ognuno ha messo il centro del mondo nel suo cuore
e tutto il resto è estrema periferia. 
Nessuno sa cosa stiamo facendo,
di cosa stiamo morendo.


Il piccolo pianeta perduto.
Chiamiamolo così
e proviamo a salvare 
ognuno qualcosa:
un filo d'erba, un cane,
il muro d'una chiesa.
Dobbiamo uscire di casa
per pulire un poco di mondo, per togliere il fango
che ogni giorno viene giù
dalla valanga.


Servirebbe subito
un dio nuovo, 
un dio di tutti
che sia severo 
e che ci faccia piccoli.
Servirebbe che qualcuno
apra una finestra,
ormai si respira male
dove si è in pochi
e dove si è in tanti.
Ora il pianeta ha la forma 
di una stanza.


Una volta facevamo mestieri diversi.
Adesso facciamo tutti la stessa cosa:
passiamo il tempo a farci avvistare
ma c'è luce solo nello sgomento,
nel batticuore.


L'APOCALISSE IN RETE 
L'apocalisse è arrivata
in forma digitale, la fine del mondo
non è il mondo in fiamme
ma il mondo che trasloca nella Rete.
Prendi un minuto e guardalo:
c'è quello che ha sparato e i commenti,
c'è il compleanno, il film, le lasagne
e per tutti un senso di solitudine, 
e ogni parola è una parola di troppo.
In principio era il verbo
e il verbo è la fine,
stiamo annegando nelle parole
perché ognuno crede di avere le sue
e ci aggiorna dal regno del suo io.
Ecco un altro minuto
e compare una che ha mal di schiena,
uno che vuole tagliare gli stipendi ai deputati,
in mezzo, come un’acciuga in un panino,
ecco arrivare la mia poesia
e il mio sgomento per il cielo che si oscura,
il mio sentirmi male
per l’assenza di un luogo di raduno,
un punto in cui trovarsi veramente con qualcuno.



 
Franco Arminio

martedì 27 marzo 2018

leggero


Rimane La brace
Che poi diventerà carbone


 
Leggero

Leggero
Come Un soffio di vento
Si fredda
quel tepore
nel cuore
Quei silenzi
Quei rimproveri
Peggio di accuse infamanti
Hanno spento il fuoco
Rimane La brace
Che poi diventerà carbone

D.N. 25/3/2018


domenica 25 marzo 2018

PRIMAVERA

Juan Ruiz
Quanto lunga l’attesa!
Ti ha vinta il mio cercarti,
le parole d’intesa nello sguardo.

primavera
Parlavo con te, mente e cuore: «L’inverno
è ormai finito
e già il passero l’ha dimenticato.
 
Quanto lunga l’attesa!
Ti ha vinta il mio cercarti,
le parole d’intesa nello sguardo.
 
Pensa! Questa è la nostra primavera.
E un’altra stagione ci aspetta,
perché paziente è stato il desiderio».
 
Juan Ruiz
Poesia Senza pari link esterno

Poesia senza pari di Francesco Dalessandro

sabato 3 marzo 2018

ma più padrone del mio dolore, sì.


Le cose che non facciamo
Andrés Neuman


 
non mi sentii felice (felice non è la parola giusta dopo Elena), ma più padrone del mio dolore, sì.

Andrés Neuman "Le cose che non facciamo"
Dopo Elena
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