venerdì 30 novembre 2018

il nostro falso specchio









La morale della favola è appunto che nessuno di noi si riconoscerebbe, se qualcuno non ci dicesse: Questo sei tu. E va bene cosí, non c’è ragione di vergognarcene. Perché mai dovremmo riconoscerci in qualcosa di esterno, se non di estraneo, alla nostra persona; qualcosa che è parte del mondo che ci circonda e della cui effettiva esistenza a volte dubitiamo?
 
I guai, come spesso capita, si manifestano in un secondo momento, a coscienza acquisita, dopo che ci è stato rivelato l’inganno. Perché, anche in seguito, molti fra noi continuano a non riconoscersi. Si scrutano e, anziché sé stessi, vedono un impostore, un attore che li imita, e pure male. Non potendo confessare qual è la loro impressione senza essere presi per pazzi, si convincono che quella copia infedele sia davvero il loro riflesso, finendo per non piacersi, per odiarsi, e siccome l’odio è un sentimento al quale è facile affezionarsi, a forza di guardarsi allo specchio, una buona parte di questi increduli scontenti sviluppa una contorta forma di odio verso sé che va sotto il nome di narcisismo.
 
Noialtri spiriti meno impulsivi, invece, menti piú filosofiche o almeno melanconiche, restiamo abbarbicati al nostro scetticismo. Insistiamo nel pensare che il riflesso non ci rappresenti, ma evitiamo di dire apertamente: Quello non sono io. Non siamo mica tanto pazzi. Lavoriamo di fino.
 
Tommaso Pincio



Che tortura, gli specchi


Il dono di saper vivere

Tommaso pincio










Che tortura, gli specchi. Rientro in quel novero per niente esiguo di persone che tendono a schivarli; che sussultano di spavento, quando non proprio di ribrezzo, davanti al proprio riflesso. Sussultiamo perché non ci piacciamo? Perché ci vediamo brutti o, peggio ancora, mostruosi? In parte, sí. Ma c’è dell’altro....
 
Tommaso Pincio



giovedì 29 novembre 2018

Melanconia, mi chiamavano,

Buenas noches

Melanconia, mi chiamavano, come il mio falso specchio, e come lui mi incacchiavo.


 
Tommaso Pincio
Il dono di saper vivere

una modalità inversa a quella dei vampiri:









Che specchio perfetto può essere in certi casi la morte. Non sappiamo quando arriverà né come, eppure in qualche modo vi scorgiamo un’immagine di noi, secondo una modalità inversa a quella dei vampiri: a sfuggire alla vista non è il nostro riflesso ma lo specchio nel quale ci osserviamo. Spesso questo specchio è il modo in cui ci raccontiamo, la versione di noi che forniamo a noi stessi o agli altri.
 
Ma se è vero che ogni racconto tende per sua natura a risolversi in una fine, difficile non domandarsi in che cosa consista davvero il fascino di una storia.
 
Tommaso Pincio



Guadagni e perdite

Julio Cortazar

Niente mi manca, neppure tu
mi manchi. Sento un buco, però è facile
un tamburo: pelle ai due lati.

Guadagni e perdite
 
Riprendo a mentire con grazia,
mi chino rispettoso allo specchio
che riflette il mio collo e la cravatta.
Credo d’essere questo signore che esce
tutti i giorni alle nove.
Gli dei sono morti uno a uno in lunghe file
di carta e cartone.
Niente mi manca, neppure tu
mi manchi. Sento un buco, però è facile
un tamburo: pelle ai due lati.
A volte torni la sera, quando leggo
cose che tranquillizzano: bollettini,
il dollaro e la sterlina, i dibattiti
delle Nazioni Unite. Mi sembra
che la tua mano mi pettini. Non sento la tua mancanza!
Solo cose minute all’improvviso mi mancano
e vorrei ricercarle: la contentezza
e il sorriso, questo animaletto furtivo
che ormai non vive più fra le mie labbra.
****
Ganancias y pérdidas
 
Vuelvo a mentir con gracia,
me inclino respetuoso ante el espejo
que refleja mi cuello y mi corbata.
Creo que soy ese señor que sale
todos los días a las nueve.
Los dioses están muertos uno a uno en largas filas
de papel y cartón.
No extraño nada, ni siquiera a ti
te extraño. Siento un hueco, pero es fácil
un tambor: piel a los dos lados.
A veces vuelves en la tarde, cuando leo
cosas que tranquilizan: boletines,
el dólar y la libra, los debates
de Naciones Unidas. Me parece
que tu mano me peina. ¡No te extraño!
Sólo cosas menudas de repente me faltan
y quisiera buscarlas: el contento,
y la sonrisa, ese animalito furtivo
que ya no vive entre mis labios.

Julio Cortazar
(Traduzione di Gianni Toti)
da “Le ragioni della collera”, Edizioni Fahrenheit 451, 1995

mercoledì 28 novembre 2018

una delle punte del triangolo

Buenas noches

Da allora mi è capitato altre volte di essere una delle punte del triangolo, ma quella prima punta fu la più acuminata.


 
Nick Hornby
Alta fedeltà

La luna ora su Malibu

Kenneth Rexroth
Abbiamo solo questo
Nostro per sempre
Così piccolo così infinito
Così breve così vasto
Immortale come le nostre mani che si toccano

La luna ora su Malibu

 
La luna ora su Malibu
La notte d’inverno poche stelle
Lontane milioni di chilometri
Il mare sale e scende
Da sempre intorno alla terra
Lontano per quanto le tue labbra sono vicine
Piene della stessa luce dei tuoi occhi
Amore mio amore mio amore mio
Il futuro è troppo lontano
E il passato non accadrà mai più
Abbiamo solo questo
Nostro per sempre
Così piccolo così infinito
Così breve così vasto
Immortale come le nostre mani che si toccano
Imperituro come il vino di fuoco che beviamo
Onnipotente come questo solo bacio
Che non ha avuto inizio
Che mai
Mai
Finirà
 
Kenneth Rexroth

Sogni ambiziosi con piccole persone.


Che sono le piccole che fanno le grandi
Che sono le piccole persone che diventano grandi .


 
Sogni ambiziosi con piccole persone.

Ho sogni ambiziosi io.
Ho pensieri arditi io.
 
Sogno di essere felice di essere me stessa
Sogno di essere libera nel mio essere
 
Ardo dal desiderio di vedere persone felici
Ardo al pensiero di come posso realizzare grandi cose con piccole persone
 
Che sono le piccole che fanno le grandi
Che sono le piccole persone che diventano grandi .

D.N. 25/11/18 - h-11.45


IL BRAVO BAMBINO

Julio Cortazar

Guarda che misero amante, incapace di gettarsi in una fonte
per portarti un pesciolino rosso
tra lo sdegno di gendarmi e badanti.

IL BRAVO BAMBINO
 
Non saprò sfilarmi le scarpe e lasciare che la città
morda i miei piedi,
non mi ubriacherò sotto i ponti, non avrò cadute
di stile.
Accetto questo destino di camicie stirate,
arrivo puntuale ai cinema, lascio il mio posto alle signore.
Il grande sconvolgimento dei sensi non mi va, scelgo
il dentrificio e le tovagliette. Mi vaccino.
Guarda che misero amante, incapace di gettarsi in una fonte
per portarti un pesciolino rosso
tra lo sdegno di gendarmi e badanti.

***
EL NIÑO BUENO
 
No sabré desatarme los zapatos y dejar que la ciudad
(me muerda los pies,
no me emborracharé bajo los puentes, no cometeré faltas
( de estilo.
Acepto este destino de camisas planchadas,
llego a tiempo a los cines, cedo mi asinto a las señoras.
El largo desarreglo de los sentidos me va mal, opto
por el dentífrico y las toallas. Me vacuno.
Mira qué pobre amante, incapaz de meterse en una fuente
para traerte un pescadito rojo
bajo la rabia de gendarmes y niñeras.

Julio Cortazar


martedì 27 novembre 2018

e io la odiai

Buenas noches

Lei pianse, allora, e io la odiai perché mi faceva sentire in colpa, mentre era lei che mi obbligava a lasciarla.


 
Nick Hornby
Alta fedeltà

Top libri di Virginia





i Libri più belli dal dopoguerra:
la top 12 di Virginia Rubini

01 - Lessico Familiare ~ Natalia Ginzburg
02 - L'opera al Nero ~ Margherite YOURCENAR
03 - Le memorie di Adriano ~ Margherite YOURCENAR
04 - Follia ~ Patrick McGrath
05 - La solitudine dei numeri primi ~ Paolo Giordano
06 - L'isola di Arturo ~ Elsa Morante
07 - La storia ~ Elsa Morante
08 - Le piccole virtù ~ Natalia Ginzburg
09 - Camere separate ~ Pier Vittorio Tondelli
10 - La bella estate ~ Cesare Pavese
11 - I racconti di inverno ~ Karen Blixen
12 - Le Braci ~ Sándor Márai



anche oggi è il 25 di novembre





“Per tutte le violenze consumate su di Lei, per tutte le umiliazioni che ha subito, per il suo corpo che avete sfruttato, per la sua intelligenza che avete calpestato, per l’ignoranza in cui l’avete lasciata, per la libertà che le avete negato, per la bocca che le avete tappato, per le ali che le avete tagliato, per tutto questo: in piedi Signori, davanti a una Donna!”

William Shakespeare



Ciò che la vita è




 
Ciò che la vita è

Se non hai mai tentato
(Di inseguire un tuo sogno)
Non hai mai vissuto

D.N. 25/11/18 - h-11.30


LOVERS GO HOME

Mario Benedetti
cominceranno a guardarci
con invidia
e finiranno con l’organizzare
viaggi
per venirci a chiedere
come facciamo.

LOVERS GO HOME

 
Adesso che ho inaugurato il giorno
tornando al tuo sguardo
e mi hai trovato bene
e ti ho trovato ancora più bella
ora che finalmente
è abbastanza chiaro
dove sei e dove
                          sono
 
per la prima volta so
che avrò la forza
per costruire con te
un’amicizia così delicata
che dal vicino
territorio dell’amore
quel disperato
cominceranno a guardarci
con invidia
e finiranno con l’organizzare
viaggi
per venirci a chiedere
come facciamo.
 
Mario Benedetti

lunedì 26 novembre 2018

adesso lo stronzo chi è?

Buenas noches

Ma prima di esprfmere un giudizio, benché sia probabile che ne abbiate già formulato uno, provate a scrivere le quattro cose peggiori che avete fatto voi al vostro partner, anche se - specie se - il vostro partner non ne sa niente.

Fatto? Ok, allora adesso lo stronzo chi è?


 
Nick Hornby
Alta fedeltà

le quattro cose peggiori che avete fatto al vostro partner

Buenas noches

Ma prima di esprimere un giudizio, benché sia probabile che ne abbiate già formulato uno, provate a scrivere le quattro cose peggiori che avete fatto voi al vostro partner, anche se - specie se - il vostro partner non ne sa niente.
                  Fatto? Ok, allora adesso lo stronzo chi è?
 

Nick Hornby
Alta fedeltà

Ruby









top libri di Salvatore





i Libri più belli dal dopoguerra:
la top 19 di Salvatore P.

01 - LOWRY – SOTTO IL VULCANO
02 - PAVESE – LA LUNA E I FALO’
03 - SALINGER – IL GIOVANE HOLDEN
04 - HELLER – CATCH-22
05 - BELLOW- HERZOG
05 - NABOKOV – ADA O ARDORE
06 - D’ARRIGO – HORCYNUS ORCA
07 - MARQUEZ- CENT’ANNI DI SOLITUDINE
08 - CORTAZAR – RAYUELA
09 - BOLANO – I DETECTIVE SELVAGGI
10 - TOMASI – IL GATTOPARDO
11 - KIS - CLESSIDRA
12 - McCARTHY - MERIDIANO DI SANGUE
13 - VONNEGUT – MATTATOIO NR 5
14 - PYNCHON – L’ARCOBALENO DELLA GRAVITA’
15 - RUSHDIE – I BAMBINI DI MEZZANOTTE
16 - WALLACE – INFINITE JEST
17 - KRASNAHORKAI - SATANTANGO
18 - GAO XINGJIAN – LA MONTAGNA DELL’ANIMA
19 - SEBALD – AUSTERLITZ



non sarei mai stato capace di dirle niente di interessante o di diverten





Mi preoccupavo perché ero convinto che non sarei mai stato capace di dirle niente di interessante o di divertente su un qualsiasi argomento. Temevo gli altri uomini che frequentavano il suo corso di design, e mi convinsi che mi avrebbe lasciato per mettersi con un uno di loro. Mi lasciò per mettersi con uno di loro.
 
Ci sono certi che non hanno mai superato gli anni sessanta, o la guerra, o la sera in cui il loro complesso fece da spalla al concerto dei Dr Feelgood, allo Hope and Anchor, e passano il resto della loro vita camminando indietro; io non ho mai veramente superato Charlie. Fu allora che cominciò la mia cosa più importante, quella che davvero mi ha segnato. Alcune delle mie canzoni preferite: « Only love can break your heart » di Neil Young; « Last night I dreamed that somebody loved me » degli Smiths; « Cali me » di Aretha Franklin;
 
« I don't want to talk about it », chiunque la cantasse. E poi vengono: « Love hurts » e « When love breaks down » e « How can you mend a broken heart? » e « The speed of the sound of the loneliness » e « She's gone » e « I just don't know what to do with myself» e... alcune di queste canzoni le ho ascoltate in media una volta a settimana (trecento volte il primo mese, poi solo di tanto in tanto), da quando avevo sedici, o diciannove, o ventun anni, a oggi. Questo come potrebbe non lasciare un segno? Come potrebbe non trasformarti nel genere di persona destinata ad andare in pezzi quando il primo amore se ne va?
 
Cosa è venuto prima, la musica o la sofferenza? Ascoltavo la musica perché soffrivo? O soffrivo perché ascoltavo la musica? Sono tutti quei dischi che ci fanno diventare malinconici?

Nick Hornby,
Alta fedeltà,



UNA LETTERA D’AMORE

Julio Cortazar

Tutto quello che vorrei da te
è così poco in fondo
perché in fondo è tutto

UNA LETTERA D’AMORE
 
Tutto quello che vorrei da te
è così poco in fondo
perché in fondo è tutto
 
come un cane che viene, una collina,
quelle cose da niente, giornaliere,
spiga e capelli e zolle,
l’odore del tuo corpo,
ciò che pensi su qualsiasi cosa,
con me o contro di me,
 
tutto questo è così poco
io lo voglio da te perché ti amo.
 
Che tu veda al di là di me,
che tu mi possa amare con la violenza inutile
del domani, che il grido
della tua consegna si schianti
sul volto di un capo reparto,
 
e che il piacere che insieme inventiamo
sia un altro segno della libertà.
****
UNA CARTA DE AMOR
 
Todo lo que de vos quisiera
es tan poco en el fondo
porque en el fondo es todo
 
como un perro que pasa, una colina,
esas cosas de nada, cotidianas,
espiga y cabellera y dos terrones,
el olor de tu cuerpo,
lo que decís de cualquier cosa,
conmigo o contra mía,
 
todo eso es tan poco
yo lo quiero de vos porque te quiero.
 
Que mires más allá de mí,
que me ames con violenta prescindencia
del mañana, que el grito
de tu entrega se estrelle
en la cara de un jefe de oficina,
 
y que el placer que juntos inventamos
sea otro signo de la libertad.

Julio Cortazar “Blues for Maggie”, in Carte inaspettate, Einaudi, Torino 2012)

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