lunedì 30 aprile 2018

Poichè mi lasciasti

Lucía Rivadeneyra

nuda di emozioni
vestita della tua assenza
ti offro il mio silenzio

Poichè mi lasciasti
 
Poichè mi lasciasti
bruciata da carezze
in un letto senza domani
nuda di emozioni
vestita della tua assenza
ti offro il mio silenzio
pugno di vento
che sibila il tuo nome.
Lucía Rivadeneyra

dico che lui decise di prenderselo


La prima volta che avevo desiderato farlo ero una studentessa


 
Scopavamo da quattro anni, mi ero pure liberata dall'architrave dell'occhio.... Poi un litigio leggero leggero, una cosa da niente, forse una stanchezza di lui che non compresi poichè io non comprendo.
 
Non dico che l'abbiamo fatto, dico che lui decise di prenderselo. Non dico che non avrei potuto fermarlo, dico che non lo fermai, non dico che non mi sia piaciuto. Del tutto. Dico che lo lasciai in quel letto, l'ho perduto, dimenticato lì e non l'ho trovato mai èiù
 
"come fai a dire che vi siete lasciati? I fidanzati mica si cambiano, si aggiungono", predicò chiara

Valeria Parrella
Enciclopedia della donna

Sta zitto. Tu parli solo per dimenticare.

Milo De Angelis
e poi non c’è silenzio, dice, se uno si accorge,
non c’è amore
alla fine di un ricordo.

Sta zitto. Tu parli solo per dimenticare.
“Sta zitto. Tu parli solo per dimenticare.”
Ma non c’erano muri
e le frasi scomparivano insieme al vento.
“Lo sai, il mio nome
significa: io sono cambiata”
e poi non c’è silenzio, dice, se uno si accorge,
non c’è amore
alla fine di un ricordo.
È scomparsa l’ombra delle case
in questo esterno di autocarri e di calce
e lo spazio è troppo
perché le parole siano lì.
“Non l’hai inventata tu, la gioia, non sei
abbastanza intelligente… tu che ti disperi
perché ciò che fai diventa…”
E questi alberi, sempre più radi
le grandi strade a nord della città
la nebbia che sta coprendo tutto, i passi
“ma così non potrai a lungo…”
e le mani sono umide, come l’erba, oltre la strada
e ferme, non si toccano, non saranno mai
sentimentali.
“Non hai fatto che perdere tempo. Parti,
una volta tanto,
da quello che ti resta.”
 
Milo De Angelis

sabato 28 aprile 2018

La poesia

Francesco Dalessandro

la parola il tuo balsamo hai smarrita
l’ironia la tua voce
s’è arrochita non resta che il silenzio

La poesia
Te beato – gli ho scritto – che confini
i versi nel cassetto e alla poesia
destini solo i resti della cena
e le concedi appena un’ora d’aria
ogni sera, beato se ti lecca
la mano con la quale la bastoni
invece io non riesco
a farmi una ragione della rabbia
con cui cerca di mordermi
se solo provo a farle una carezza
 
non è più la poesia che può salvarti
la vita – mi ha risposto – non è più
la parola il tuo balsamo hai smarrita
l’ironia la tua voce
s’è arrochita non resta che il silenzio

Francesco Dalessandro

Facciamo una cosa noi tre


La prima volta che avevo desiderato farlo ero una studentessa


 
Poi è arrivato il regalo, quello inaspettato, offerto con così tanta gentilezza da commuovermi. Lui è uno di quelli belli belli che non si può guardare, e se lo guardi lo desideri, e che ci desideravamo ce lo eravamo anche detti una volta, in una sbronza, ma niente più di un bacio contro un muro.
[...]
Qualche mese fa, ...infilando la mano nel cartoccio unto alla ricerca della zeppola fritta, quello bello bello me lo ha chiesto con un magnifico sorriso di denti bianchissimi: "Vogliamo fare una cosa noi tre? ne stavamo parlando prima, la pianifichiamo così succede per caso, che dici? Ti farebbe piacere ?"
 
Non immaginavo che mi avrebbe fatto così tanto piacere. Ero felice che fosse arrivato il tempo e il luogo. E' stata una delle cose più desiderate della mia vita, ho sentito finalmente assieme il bello e il giusto, proprio sentito, che è cosa diversa dal sapere.
 
Sereni e leali senza fraintendimenti nè sotterfugi, nè doppi fondi dell'anima. Tutti in stato di grazia...così inebriati che non abbiamo manco finito la seconda bottiglia perchè non volevamo rovinare la gioia. la gioia pura della mattina di festa, non quella da venirsi del sabato
[...]
Tutto si compie come dev'essere, e grazie alla vita che mi ha dato tanto così che distinguo la gioia dal rimpianto.

Valeria Parrella
Enciclopedia della donna

venerdì 27 aprile 2018

La gioia di scoparmi Francesco sta tramontando

Buenas noches

E così ho intravisto l'occaso. La gioia di scoparmi Francesco sta tramontando. Non succederà subito nè drasticamente, non succederà domani e manco dopodomani. Succederà naturalmente e quando non farà male, ma io questo imbrunire già lo vedo approssimarsi.
Il tramonto di un amante è il ritorno degli uccelli sugli alberi, il silenzio che si addossa sulla campagna, un raggio così teso a trafiggere la foglia che non può che essere l'ultimo
Non bisogna diventare malinconici: non è mica davvero il sole che declina: sono io che sto ruotando.
 
Valeria Parrella
Enciclopedia della donna

Lei mi apre


Maram al-Masri

e come un uccello
davanti alla porta aperta della gabbia
non oso.


Lei mi apre
 
Lei mi apre
le sue ampie porte.
Mi chiama
e mi spinge a lanciarmi
nel suo spazio
e come un uccello
davanti alla porta aperta della gabbia
non oso.

Maram al-Masri

giovedì 26 aprile 2018

il desiderio finisce

Buenas noches

Non ci sono strategie o amore che tenga, è così. Il desiderio finisce. Intendo il desiderio vero, quello che entrò sotto la pelle a Saffo, quello che fa dire a Catullo venti volte la stessa parola sperando che la parola materializzi i baci, quello che non puoi stare ferma con le gambe, che non capisci più nulla:quello finisce. Ma si rigenera, Fenice dalla cenere, appena trovi un altro - nuovo - che davvero ti piace.
 
Valeria Parrella
Enciclopedia della donna

mercoledì 25 aprile 2018

Di nuovo ti rivedo

Fernando Pessoa (Ricardo Reis)

Una volta ancora ti rivedo,
col cuore più lontano e l’anima meno mia.
Di nuovo ti rivedo

Di nuovo ti rivedo,
città della mia infanzia spaventosamente perduta…
Città triste e allegra, eccomi tornato a sognare!
Io? Ma sono lo stesso che qui è vissuto, che qui è tornato,
e che qui è tornato a tornare, e a ritornare,
e di nuovo a ritornare?
O siamo, tutti gli Io che qui sono stato o sono stati,
una serie di grani-enti legati da un filo-memoria,
una serie di sogni di me di qualcuno fuori di me?
 
Una volta ancora ti rivedo,
col cuore più lontano e l’anima meno mia.
 
Una volta ancora ti rivedo – Lisbona e Tago, e tutto -,
viandante inutile di te e di me,
straniero qui come dappertutto,
casuale nella vita come nell’animo,
fantasma errante in sale di ricordi,
al rumore dei topi e delle tavole che scricchiolano
nel castello maledetto del dover vivere…
 
(traduzione di Antonio Tabucchi)

Fernando Pessoa (Alvaro de Campos)
 

 

martedì 24 aprile 2018

scrivere poesia


Maram al-Masri

piango,
sulla solitudine che unisce
gli stranieri.


scrivere poesia
 
«Di fatto, essere poetessa, è una grande responsabilità, simile a quella di un guardiano del cielo verso una tomba, poiché l’altro giace sotto alle nostre ali di responsabilità, come in ogni rapporto d’amore.
 
Al pari del medico che sterilizza i suoi strumenti prima di operare un paziente, la mia responsabilità consiste in questo scrivere d’amore, quindi del non-amore: è un detergere l’esistenza.
 
È aiutare chi non possiede – o ha perso – la vista ad attraversare una strada pericolosa.
 
La forza della poesia proviene dalla sua capacità intrinseca di penetrare la coscienza senza che l’altro se ne renda conto. Essa vive già in noi.»

Maram al-Masri

lunedì 23 aprile 2018

perchè uno scrive


Maram al-Masri

piango,
sulla solitudine che unisce
gli stranieri.


perchè uno scrive
 
Scrivere è imparare a conoscere se stessi, nella propria nudità, nei pensieri più intimi.
Sì: sono scandalosa perché paleso la mia verità, la mia nudità, proprio come fa un bambino.
Sì: sono scandalosa perché grido il mio dolore e la speranza, il mio desiderio, la mia fame e la mia sete; perché descrivo i mille volti dell’altro: il bello e il laido, la parte tenera e quella crudele.
Scrivere, per me, è come morire davanti a un persona che ti osserva senza muoversi. È come annegare mentre una nave ti passa vicino, senza vederti.
Scrivere significa essere quella nave che salverà chi sta annegando, è stare sull’orlo di una scogliera e aggrapparsi a un filo d’erba.
Quando scrivo, il mio io è quello dell’altro, e questa convinzione mi aiuta a liberare me stessa, a mettermi a nudo.
Tuttavia, far valere la mia poesia e cercare di meritare il corrispettivo titolo, mi mette in pericolo – è uno scandalo che implica tanta sofferenza.»

Maram al-Masri

domenica 22 aprile 2018

Uno straniero mi guarda,


Maram al-Masri

piango,
sulla solitudine che unisce
gli stranieri.


Uno straniero mi guarda,
 
Uno straniero mi guarda,
uno straniero mi parla,
sorrido ad uno straniero,
parlo ad uno straniero,
m'ascolta uno straniero,
davanti
alle sue pene
pulite e bianche
piango,
sulla solitudine che unisce
gli stranieri.

Maram al-Masri

la sua baciatrice preferita







una via d’uscita


Richard Ford - Infiniti peccati

quando inizia il disincanto

Per lei e per Tom, persone sostanzialmente perbene, la strada sarebbe stata diversa. Il suo impulso era di aiutare. Quello di suo marito d’impegnarsi, e poi d’impegnarsi allo stremo. La sua perfidia era entusiasmo. L’indifferenza di lei era pazienza.
 
Ma alla fine si sarebbe esaurito tutto l’entusiasmo, si sarebbe esaurita tutta la pazienza. Le possibilità sarebbero diminuite. La vita avrebbe cessato di essere un terreno aperto e piano sul quale camminavi con la persona che avevi scelto e sarebbe invece diventata ingombra e intransitabile.
 
E alla fine quella che cercavi non era una strada nuova e più sgombra, ma una via d’uscita
 
Carità

Richard Ford
Infiniti peccati [racconti]

  • Infiniti peccati (antologia di racconti)

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