Immaginare la moglie fra le braccia di un altro, per Kafuku era stato uno strazio. D’altronde, come avrebbe potuto non esserlo? Se chiudeva gli occhi, vivide immagini si formavano nella sua mente una dopo l’altra. Non che lui cercasse intenzionalmente quelle fantasie, ma non riusciva a reprimerle. Lo trafiggevano con lentezza, senza pietà, come la lama di un coltello. A volte si diceva che sarebbe stato preferibile se fosse rimasto all’oscuro di tutto. Ma era fondamentalmente convinto che – in qualunque circostanza – sapere è sempre meglio che ignorare. Doveva conoscere la verità, per quanto grande fosse il dolore che comportava. Solo la conoscenza della verità rende gli esseri umani piú forti.
Ancora piú dolorosi di quelle immagini, tuttavia, erano gli sforzi che doveva fare per stare insieme alla moglie come se nulla fosse, senza farle capire che sapeva tutto. Mostrarsi sereno, mentre dentro di sé si sentiva lacerare il petto e ribollire il sangue. Portare avanti con noncuranza le solite attività quotidiane, conversare in modo naturale, fare l’amore con lei nel loro letto. Non era una cosa alla portata di chiunque. Ma Kafuku era un attore professionista. Distaccarsi da sé e immedesimarsi in un ruolo era il suo lavoro. E recitava mettendoci l’anima. Una recita senza spettatori.
Però, a prescindere da questa circostanza – dal fatto, cioè, che lei a volte facesse l’amore di nascosto con altri –, marito e moglie conducevano insieme una vita soddisfacente e tranquilla. Sia l’uno che l’altra erano contenti del loro lavoro e guadagnavano bene. In vent’anni di vita matrimoniale avevano fatto sesso innumerevoli volte, e almeno da parte di Kafuku, sempre con piacere. Dopo che lei era morta – un tumore all’utero se l’era portata via in pochi mesi –, lui aveva incontrato diverse donne e ci era andato a letto. Senza mai ritrovare con loro, però, l’intima gioia che aveva conosciuto con la moglie. Tutto quello che provava era un vago senso di déjà vu, il pallido ricordo di un’esperienza già vissuta.
Murakami Haruchi
Uomini senza donne
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