L'animale che mi porto dentro
Se posso dire in maniera virtuosa che non sono mai stato lo stereotipo del maschio perché sono sempre stato innamorato, questa affermazione si può ribaltare: si può anche dire che non sono mai stato davvero innamorato perché sono sempre stato lo stereotipo del maschio; e anche nel momento dell’innamoramento piú ingenuo, piú asessuato e piú perduto, estraneo a me stesso perché ero a Parigi, immerso nel sentimentalismo assoluto di quei giorni, io, nel pomeriggio, all’ora in cui la svedese stava per fare la doccia, sono andato nella sua stanza per vederla nuda. E a proposito di Nino e Angelina in Malizia, quando lei pronuncia il sí sull’altare, Nino ha accanto la vedova Corallo che gli chiede: allora, ci vediamo stanotte? E Nino risponde che non lo sa. Angelina lo aveva già spiegato bene: «degenerato, porco, mi portava i fiori» (maschio e sentimentale).
Ho costruito tutta la mia crescita in contrasto con lo stereotipo del maschio, con un misto di imbranataggine e volontà di essere diverso. Ma non ho potuto evitare che il nucleo del maschio si conservasse intatto, e apparisse ancora e sempre, tutte le volte, atteso o inaspettato.
Francesco Piccolo
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