domenica 22 maggio 2016

se invece di annaspare, nel pozzo..



Per le coincidenze! O della constatazione che il mio karma è il solito “all’ultimo momento”.
E il karma non è acqua; bisognerà cambiare e fare aggiustamenti.
D’altro canto non sarei capace di spiegarmi in altro modo la summa delle coincidenze che si sono rincorse nei pochi mesi di quest’anno finale. Il 2016 che scrive the end.
Che si decide, il tempo, ad aprirmi lo spiraglio, un po’ inaspettato, di conversazioni sulla coincidenza di certi stati d’animo.
Il libro l’ho letto d’un fiato. Iniziato ieri e finito prima. Tanto che mi sono addormentata con libro, occhiali e maquillaje (e non mi capitava dai tempi dell’università di avere occhi impiastricciati) Mi ci sono specchiata per ¾. L’ultimo quarto è quello che mi separa dalla mezzanotte. Ma invece che perdere una scarpa io mi libero di tutte e due. E parto. E poi vediamo.
Per un caso curioso (niente, niente proprio, in realtà, succede per caso) mi sono decisa a leggere, contemporaneamente, frammenti di Natalia Ginzburg, discorso sulle donne.
Le donne e la loro mania di cadere in un pozzo, e varie volte, durante gli anni che gli toccano. Un pozzo non è un posto allegro. E di solito le pietre di cui è fatto sono persino scivolose. E vai a risalire, ogni volta!
Ma il vizio di cadere proprio non lo perdiamo.
Letture parallele. E dunque mi è parso che mi balenasse l’idea: e se invece di annaspare, nel pozzo; se invece di graffiarmi le mani, ferirmi ancora e di più (perché poi magari dal pozzo esci prima, quando sei esperta; ma le ferite sono più brutte); e se invece decidessi di starmene un po’ ad agitarmi e, se sto nel diametro, di galleggiare addirittura? E se nel pozzo ci fossi proprio io? E se la paura fosse proprio quella di incontrare me, nuda e cruda; con la verità che mi sta sempre sotto la pelle, come una corrente? E se il pozzo fosse, una volta per tutte, il posto dell’incontro e del coraggio? Come quando Bastiano, ne La storia Infinita, capisce che il vero atto di coraggio è presentarsi a se stessi, così come siamo; e cercare la felicità, così come siamo?

P.S. Il libro si snoda tra Madrid e la Sardegna che, per ennesima coincidenza, è il ponte su cui aspetterò di rimettere piede in Continente. Stavolta versante italiano. E per molto tempo. Che sarà o della rassegnazione o della ribellione. O qualcosa a metà.


Ma questa è un'altra storia.

Antonella *** @yarlaim

Dodici chicchi d'uva la storia di una donna non più giovanissima che racconta il desiderio, le passioni di un corpo e di un cuore che non possono spegnersi nella routine della famiglia e del lavoro.
“Dodici chicchi d'uva” è il suo primo romanzo, ambientato tra Madrid e la Sardegna, nel quale una donna ormai matura racconta il suo corpo impazzito e il suo cuore stropicciato.

Lisa Elisa, pseudonimo dell’autrice, si è laureata in Filosofia a Cagliari, dove è nata, e specializzata in Psicologia delle Emozioni a Madrid, città in cui vive. Dice:

«Ho 45 anni, vivo a Madrid da un anno, sono forse stanca di fare solo la madre, la moglie e l'insegnante da tanto tempo, scopro che sono ancora desiderabile e inizio ad aprire le ali.Mi aggiravo con ormoni un po' impazziti alla ricerca di novità, alimentata dal desiderio di trasformarla in racconto, parole nuove per il mio corpo».


"Mi ero dimenticata quanto fosse bello piacere. Piacevo di nuovo. Ma piacevo o ero io che cominciavo a piacermi di più e di nuovo?"

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