martedì 30 agosto 2016

Amore che ormai non sei più

Luigi Nacci

amore, disperdi le nebbie
in cui ti ho costretto e le piogge
in cui ti ho raccolto e le eclissi
da cui ti ho soccorso e il tuo tempo
che più non possiedo e il tuo nome
che già non conosco e poi vattene.

Amore che ormai non sei più
amore, raccogli i tuoi occhi
da terra e le labbra e le unghie
spezzate sul letto e i capelli
rappresi nei tubi e le ciglia
stampate sui vetri e i capezzoli
appesi al soffitto e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, rimetti in valigia
le ossa e i mazzetti di vene
indurite nei vasi e la pelle
seccata in giardino e le fiale
di sangue e di acido lattico
rimaste in cantina e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, rimuovi dai muri
gli odori e i silenzi e i disegni
rupestri e gli aloni lasciati
dai fuochi e le brecce scavate
dai pugni e le scie di messaggi
da codificare e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, dimentica in fretta
le dediche i versi e i poemi
che ti ho sussurrato e i bisbigli
per farti dormire e gli sguardi
di primo mattino e i respiri
fissati ai cuscini e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, consegna al portiere
le chiavi e i lucchetti e le  mute
di cani da guardia e le grida
nel sonno e le fughe notturne
sui tetti e le lotte estenuanti
col buio e coi morti e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, saluta se riesci
le lune in cortile e le luci
riflesse sui volti e le foglie
cadute sui polsi e le ombre
cresciute nell'erba e le orme
scomparse e le veglie e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, disperdi le nebbie
in cui ti ho costretto e le piogge
in cui ti ho raccolto e le eclissi
da cui ti ho soccorso e il tuo tempo
che più non possiedo e il tuo nome
che già non conosco e poi vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, trasformati in terra
salina che essicca e corteccia
che brucia in estate e scogliera
che frana e travolge e materia
che muta e si svuota e scompare
nel nulla e poi muoviti e vattene.

Amore che ormai non sei più

amore, ti chiedo di dirmi
se ancora sospiri e cammini
in punta di piedi e se perdi
parole e se sanguini sempre
nei mesi più cupi e ricordi
che tempo faceva qual giorno.

Amore che ormai non sei più,
rispondi – se puoi – poi voltati, vattene.
 
Luigi Nacci


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