Franco Arminio in rete
Adesso facciamo tutti la stessa cosa:
passiamo il tempo a farci avvistare
passiamo il tempo a farci avvistare
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Sembra che niente ci possa più raccogliere. Ognuno ha messo il centro del mondo nel suo cuore e tutto il resto è estrema periferia. Nessuno sa cosa stiamo facendo, di cosa stiamo morendo. Il piccolo pianeta perduto. Chiamiamolo così e proviamo a salvare ognuno qualcosa: un filo d'erba, un cane, il muro d'una chiesa. Dobbiamo uscire di casa per pulire un poco di mondo, per togliere il fango che ogni giorno viene giù dalla valanga. Servirebbe subito un dio nuovo, un dio di tutti che sia severo e che ci faccia piccoli. Servirebbe che qualcuno apra una finestra, ormai si respira male dove si è in pochi e dove si è in tanti. Ora il pianeta ha la forma di una stanza. Una volta facevamo mestieri diversi. Adesso facciamo tutti la stessa cosa: passiamo il tempo a farci avvistare ma c'è luce solo nello sgomento, nel batticuore. L'APOCALISSE IN RETE L'apocalisse è arrivata in forma digitale, la fine del mondo non è il mondo in fiamme ma il mondo che trasloca nella Rete. Prendi un minuto e guardalo: c'è quello che ha sparato e i commenti, c'è il compleanno, il film, le lasagne e per tutti un senso di solitudine, e ogni parola è una parola di troppo. In principio era il verbo e il verbo è la fine, stiamo annegando nelle parole perché ognuno crede di avere le sue e ci aggiorna dal regno del suo io. Ecco un altro minuto e compare una che ha mal di schiena, uno che vuole tagliare gli stipendi ai deputati, in mezzo, come un’acciuga in un panino, ecco arrivare la mia poesia e il mio sgomento per il cielo che si oscura, il mio sentirmi male per l’assenza di un luogo di raduno, un punto in cui trovarsi veramente con qualcuno.
Franco Arminio
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