Anne Sexton
Disegnami buona, disegnami calda.
Concedimi il tuo polso ossuto e saldo
e il tuo strano corno duro, Mister Legare.
Concedi, caro, un’ora d’ondeggiamento
perché son nata per questo arrangiamento.
Concedimi il tuo polso ossuto e saldo
e il tuo strano corno duro, Mister Legare.
Concedi, caro, un’ora d’ondeggiamento
perché son nata per questo arrangiamento.
18 dicembre (18 giorni senza di te)
Fa’ presto, boomerang, torna da me!
I miei capelli bruni, gli occhi color prato,
io sono fragile e tu te n’eri andato.
L’assenza m’ha ferita, ma mi chino per te.
Vedi, m’inarco, sono eccitata.
Bacia ‘sto tòcco di figa, Mister Legare!
Che ne diresti di sbattermi, sì?
Con me intransigente, ma su me gentilmente, sì?
Sto incollata alla parete come carta da parati:
disegnami un seno, mi piace esser marcata.
Ascoltami, vile, dimmi di sì!
Disegnami bambina, mi servono soltanto
due occhi tondi, un bacino, un’O piccina.
Con due orecchini sarei carina.
Poi passa alle spalle. Qui puoi fermarti.
Prendimi, io sono il tuo rimorso.
Fa’ piano, ti prego, disegnando lungo il torso
bocche, perline, alberi ed O,
un po’ di graffiti e un piccolo hello!
ch’io imbrocco, mordicchio, faccio ridere, piaccio.
Disegnami buona, disegnami calda.
Concedimi il tuo polso ossuto e saldo
e il tuo strano corno duro, Mister Legare.
Concedi, caro, un’ora d’ondeggiamento
perché son nata per questo arrangiamento.
Allerta, acrobata, stringimi!
Ch’io sia il legno tenero e tu il chiodo!
Che s’arroventino i forni per Jack Sprat!
Sbattiti dentro la mia cella di rigore,
poi andiamo insieme a cena fuori
e così sia.
(trad. Rosaria Lo Russo,)
Anne Sexton
«la poesia dev’essere l’ascia che spacca il mare ghiacciato dentro di noi.»
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