martedì 25 agosto 2015

Finalmente senza memoria.



Dopo tante finzioni e travestimenti eravamo tutti e due nudi sul letto e questa era l’unica verità alla quale mi aggrappavo come un naufrago a uno scoglio.
   Avevo rischiato di naufragare nella mia Itaca e ora finalmente ero in salvo, anche se coperto di ferite.
   Il volto di Penelope esprimeva tutta la felicità del mondo, ma dai suoi occhi scendevano lacrime abbondanti e ha continuato a piangere anche quando ci siamo intrecciati sul letto in tutti i modi che ci suggerivano i nostri desideri e le nostre energie e ci siamo coperti di baci e di morsi per tutta la notte.
   Finalmente senza memoria.
   Stavamo consumando su quel vecchio letto di ulivo, che cigolava sotto di noi come i legni di una nave sulle onde del mare, tutti i nostri desideri.
   Ma da ogni desiderio ne nasceva un altro e poi un altro ancora.
   Entravo e uscivo nel corpo di Penelope che si offriva instancabile a ogni lussuria.
   Abbiamo lasciato un lume acceso nella camera per guardarci, e accrescere con gli sguardi le gioie dell’amore. I suoi alti gemiti di piacere si confondevano con gli stridi dei gabbiani che giravano allegramente intorno alla reggia come se volessero festeggiare il nostro nuovo matrimonio e i nostri giochi amorosi.
   Sono contenta che i gabbiani coprano la mia voce ha detto Penelope perché solo tu devi sentire i miei lamenti d’amore, solo tu e nessuno altro.

Luigi Malerba *** Itaca per sempre




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