venerdì 29 maggio 2015

Devo molto a quelli che non amo


Devo molto
a quelli che non amo.

Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
Devo molto a quelli che non amo

Devo molto
a quelli che non amo.

Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.

La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.

Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l'amore non può darlo,
né riesce a toglierlo.

Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come una meridiana,
capisco
ciò che l'amore non capisce,
perdono
ciò che l'amore mai perdonerebbe.

Da un incontro a una lettera
passa non un'eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.

I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.

E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che trovi su ogni atlante.

È merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con un orizzonte vero, perché mobile.

Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.

"Non devo loro nulla" –
direbbe l'amore
sulla questione aperta.

Wislawa Szymborska

Le opere di Wislawa Szymborska (Kórnik, 2 luglio 1923 – Cracovia, 1º febbraio 2012) sono caratterizzate da una grande semplicità linguistica. Szymborska utilizza l'ironia, il paradosso e la contraddizione per parlare di temi filosofici attraverso poesie che, pur essendo molto brevi, riescono a toccare con profondità temi riguardanti la condizione delle persone, sia come individui che come membri della società umana.
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