martedì 26 maggio 2015

Eppure da lontano appaghi la mia sete




lamenti notturni - II

A veces hay que alejarse un poquito
para quedarnos mas cerca
e nutrirci di assenza -
la lontananza dei corpi forse
avvicina l'anima

Il tuo silenzio mi accarezza, mi avvolge
ma a volte punge ma non è un dolore
che mi devasta sai
è come una bevanda amara che riempie
le vene di malinconia

l'attesa cieca è una situazione complicata
puoi immaginare?
mi sto abituando a fare a meno della tua bocca
e del tuo collo e
dell'odore dei tuoi capelli
del sapore aspro e dolce e infuocato custodito
dalle tue cosce

ho perso la memoria della stretta mortale delle tue
labbra
delle infinite pieghe incandescenti dove correva la mia
lingua già non ricordo il sapore forte

Sono pronto mi dico incosciente, ad accettare il dolore della perdita
dei tuoi sospiri per me.

Eppure da lontano appaghi la mia sete
col tuo silenzio mantieni acceso il fuoco
accarezzi le mie paure e lenisci il mio dolore

Angelo angelo mio il pensiero di te
è come abbracciare il cielo e il mare
e questo mi basta.

Amo la tua libertà perfino quando mi rifiuta
ma non voglio perdere la mia, nè vivere in un'attesa del nulla
muta ambigua e indefinita

aspetto che tu dica una parola una sola parola
è terribile per me prendere una decisione


Marcello C.  24 maggio 2015

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