Notte.
Questa sera Tardegardo, come suo costume, si trattenne lunga pezza al verone a contemplare il notturno stellato. Io non ardii di raggiungerlo, ma vidi egualmente, da certo luccicore, ch’avea il guardo pieno di lagrime, e, al solito, ne provai viva pena. Mi parve anche che tremasse, e osservandolo meglio (pur discosto com’ero), che movesse le labbra alla volta della luna, splendidissima e tersa qual da tempo non si mostrava.
Michele Mari - Io venia pien d'angoscia a rimirarti