Ho deciso di scrivere questo resoconto di un periodo difficile della mia vita e di un disagio esistenziale che mi appartiene, e probabilmente in vario grado mi apparterrà per sempre”: “perché avevo bisogno di perdonarmi e al tempo stesso di offrire ad altri che abbiano vissuto o vivano qualcosa di simile, la possibilità, se non di immedesimarsi, almeno di cogliere un riflesso di sé nelle mie parole”
“spesso siamo noi a costruire le sbarre della nostra prigione, immaginandole. Raccontare la forma di quella gabbia e i tormenti che ci procura, descriverla a qualcuno con le parole migliori e più accurate che riusciamo a trovare, ma anche soltanto quelle che ci vengono o che arrivano per prime, può essere un modo per cominciare a smontarla”.
Simona Vinci
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