La nostalgia è una melanconia umana resa possibile dalla coscienza di qualcosa d’altro, coscienza di un altrove, coscienza di un contrasto tra passato e presente, tra presente e futuro. Questa coscienza scrupolosa è l’inquietudine del nostalgico.
Il nostalgico è contemporaneamente qui e là, né qui né là, presente e assente, due volte presente e due volte assente; si può quindi dire indifferentemente che è multipresente o che non è da nessuna parte (...). Questa capacità di assentarsi rimanendo presenti, i piedi qui, gli occhi altrove, presenti fisicamente ma a migliaia di chilometri con l’immaginazione, questa capacità è più di ogni altra propria dell’uomo. (...)
La terra natia è da considerarsi come la localizzazione simbolica e metaforica di un desiderio indeterminato. (...) La nostalgia, fissando le idee su un piccolo angolo del mappamondo, è così la forma topografica e simbolica di un ben più vasto desiderio, di quel desiderio inappagabile, o inestinguibile, che Plotino chiama amore
Vladimir Jankélévitch
Chiara Mirabell
Nostalgie: Sguardi sul dolore del ritorno1
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