POESIE D’AMORE DI MARICHIKO - parte seconda
VII
Far l’amore con te
è come bere acqua marina.
Più ne bevo
e più sono assetata,
finché niente può appagare la sete
se non bere il mare intero.
IX
Mi svegli
aprendomi le cosce, mi baci.
Ti dono la rugiada
del primo mattino del mondo.
XXIV
Grido mentre mi mordi
i capezzoli e l’orgasmo
esaurisce il mio corpo, come se
mi avessero tagliata in due.
XXV
La tua lingua vibra e si muove
dentro di me che mi svuoto
e avvampo in un turbine
di luce, come l’interno di una
grande perla che s’espande.
XXVII
Appena uscita da
un bagno caldo, m’hai presa davanti
allo specchio orizzontale
accanto al letto basso, mentre i miei
seni ti tremavano nelle mani, la mia
natica fremeva contro di te.
XXXI
Un giorno di questi in una spanna di
cenere ci sarà tutto
ciò che resta delle nostre appassionate
menti, l’intero mondo creato
dal nostro amore, l’origine
e la sua sparizione.
XXXII
Ti stringo la testa fra le
cosce e premo contro la
tua bocca e ondeggio
all’infinito in una barca
d’orchidee sul Fiume Celeste.
XLIV
I capelli in disordine
li devo all’insonne talamo solitario.
Occhi sbattuti e guance smunte
sono colpa tua.
XLVIII
Le lucciole della nostra gioventù
sono sparite tutte,
grazie all’efficace insetticida
della nostra mezza età.
Traduzione di Francesco Dalessandro
Da The complete poems of Kenneth Rexroth,
edited by Sam Hamill & Bradford Morrow, Copper Canyon Press, 2003
VII
Far l’amore con te
è come bere acqua marina.
Più ne bevo
e più sono assetata,
finché niente può appagare la sete
se non bere il mare intero.
IX
Mi svegli
aprendomi le cosce, mi baci.
Ti dono la rugiada
del primo mattino del mondo.
XXIV
Grido mentre mi mordi
i capezzoli e l’orgasmo
esaurisce il mio corpo, come se
mi avessero tagliata in due.
XXV
La tua lingua vibra e si muove
dentro di me che mi svuoto
e avvampo in un turbine
di luce, come l’interno di una
grande perla che s’espande.
XXVII
Appena uscita da
un bagno caldo, m’hai presa davanti
allo specchio orizzontale
accanto al letto basso, mentre i miei
seni ti tremavano nelle mani, la mia
natica fremeva contro di te.
XXXI
Un giorno di questi in una spanna di
cenere ci sarà tutto
ciò che resta delle nostre appassionate
menti, l’intero mondo creato
dal nostro amore, l’origine
e la sua sparizione.
XXXII
Ti stringo la testa fra le
cosce e premo contro la
tua bocca e ondeggio
all’infinito in una barca
d’orchidee sul Fiume Celeste.
XLIV
I capelli in disordine
li devo all’insonne talamo solitario.
Occhi sbattuti e guance smunte
sono colpa tua.
XLVIII
Le lucciole della nostra gioventù
sono sparite tutte,
grazie all’efficace insetticida
della nostra mezza età.
Traduzione di Francesco Dalessandro
Da The complete poems of Kenneth Rexroth,
edited by Sam Hamill & Bradford Morrow, Copper Canyon Press, 2003
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