domenica 15 febbraio 2015

Abbandono

…Poi Anna aveva deciso di allontanare ogni domanda, di non pensare più a nulla, di rinunciare al bisogno di controllo a cui non era stata capace di sottrarsi neppure nei momenti di maggiore intimità con suo marito….

…Adesso era in alto mare, senza radar, senza sapere bene la posizione sulla mappa. Ma non si sentiva affogare, nuotava e basta. Viveva un interminabile presente: il passato non contava, e nemmeno il futuro sembrava avere più alcuna importanza.

Per la prima volta lasciava che il suo corpo si abbandonasse, e che le dita e le labbra di Murat l’aiutassero a scoprire contorni ancora inesplorati. Era un brivido sul collo, che le scendeva attraverso la schiena, un lento finire nel piacere di tutte le parti del suo corpo, che sembravano risvegliarsi da un lungo torpore, proprio come accade ai fiori all’alba. E mentre cedeva all’abbandono scopriva una nuova Anna riflessa negli occhi di Murat.

Ferzan Ozpetek, Rosso Istambul, pag 90

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