venerdì 13 novembre 2015

permanente avidità priva di obiettivo o di direzione

Javier Marias *** Così ha inizio il male

Insieme alla simpatia, si notava in lui qualcosa di vorace e inquietante, come se nulla potesse mai farlo contento o bastargli, come quegli individui che vogliono sempre di piú e che a un certo punto non sanno piú cosa volere: è difficile che possano avere piú successo nel lavoro, piú denaro, piú prestigio, piú potere e influenza. Si guardano intorno, si agitano alla ricerca di nuovi obiettivi e non ne trovano piú, non sanno come incanalare l’ambizione e l’energia che rifiutano di abbandonarli, di levare l’assedio e lasciarli tranquilli.
 
Verrebbe da dire che con loro l’età abdica al suo compito, non li sottopone agli ammaestramenti consueti e non li placa, non li ammorbidisce, non li rende piú lenti né piú mansueti, rispetta eccessivamente la loro personalità come se non osasse affrontarli, o non si prendesse la briga di pacificarli, e ancor meno di adeguarli. Sono persone che quasi non hanno consapevolezza del passare del tempo, lo sentono come una specie di eternità invariabile nella quale galleggiano per tutta la vita senza minimamente prevedere che possa cessare o cambiare ritmo, ritirarsi o abbandonarli: sono come ostaggi del tempo, o vittime felicemente consenzienti; va detto a loro discolpa che il tempo è sleale con loro, rifiuta di fare il suo dovere: si limita a minarli a poco a poco, ma – come dire – senza avvertirli. Sono persone che, se venisse loro annunciata una malattia mortale e una fine prossima, reagirebbero con tale incredulità o scetticismo – con un tale senso di superiorità – da esser capaci di rispondere piú o meno in questo modo:
 
«Ah, guardi, non so cosa dirle. Al momento non ce la farei proprio a morire. Ho tante di quelle cose da fare, non ci pensavo affatto, non era nei miei piani. Se per lei non è un problema, io rimanderei».
[...]
Nulla poteva far piú piacere al dottore, sempre alla ricerca di uno sfogo per la sua permanente avidità priva di obiettivo o di direzione.
 
Javier Marias *** Così ha inizio il male
 

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