venerdì 6 gennaio 2017

 Tante cose accadono senza che nessuno se ne accorga né le  ricordi.

Javier Marias

Ho desiderato trovare Celia sola  nel letto come se non ci fossimo mai separati e non ci fossimo mai  voltati le spalle, vedere il suo viso addormentato che ricordo molto  bene, il braccio sinistro sotto il cuscino, così dorme lei con il suo  respiro tranquillo.
 
E quando i miei occhi avevano preso più  dimestichezza con il buio ho cominciato a scorgere due figure nel  letto matrimoniale, due masse sotto le lenzuola, nella parte destra  c'era Celia e nella mia non c'ero io ma un altro uomo, gli stessi  posti occupati da persone diverse, questo succede di continuo, non  soltanto nel tempo che ci spetta vivere e nelle sostituzioni  coscienti o deliberate o imposte e nelle usurpazioni, ma anche nel  corso dei secoli nello spazio immobile, le case di quelli che vanno  via o muoiono sono occupate da vivi o da nuovi arrivati, le loro  camere da letto, i loro bagni, i loro letti, gente che dimentica o  ignora quello che è successo in quei luoghi quando loro forse non  erano nemmeno nati o erano soltanto bambini con il loro tempo  inutile.
 
 Tante cose accadono senza che nessuno se ne accorga né le  ricordi.
 
Di quasi nulla resta traccia, i pensieri e i gesti fugaci, i  progetti e i desideri, il dubbio segreto, i sogni, la crudeltà e  l'insulto, le parole dette e ascoltate e poi negate o fraintese o  travisate, le promesse fatte e non tenute in conto, neppure da parte  di quelli a cui sono state fatte, tutto si dimentica o va perduto,  ciò che si fa da soli e di cui non si prende nota e anche quasi tutto  ciò che non è solitario ma in compagnia, quanto poco rimane di ogni  individuo, di quanto poco vi è testimonianza, e di quel poco che  rimane tanto si tace, e di quello che non si tace si ricorda dopo  soltanto una parte minima, e per poco tempo, la memoria individuale  non si trasmette e non interessa chi la riceve, il quale plasma e  possiede la sua propria memoria.
 
 Tutto il tempo è inutile, non  soltanto quello del bambino, o tutto è come il suo, quanto avviene,  quanto entusiasma o fa male nel tempo si coglie soltanto per un  istante, poi si perde e tutto è scivoloso come la neve compatta e  come è per Celia e per l'uomo che occupa il mio posto il suo sonno di  adesso, di questo stesso istante.  Quel sonno è sfumato per sempre  sotto i miei stessi occhi, anche se non sono stato io a farlo  svanire, nonostante la mia presenza: un fulmine seguito da un tuono  più forte dei precedenti accese la casa di colpo, accese il soggiorno  e la camera da letto e il mio spettro fermo in piedi con il  soprabito, le braccia aperte a tenere le ante bianche; e accese il  letto, in cui le due figure o masse si sollevarono o svegliarono  contemporaneamente e violentemente, strappati entrambi dal sonno e  Celia che gridava come quel re atterrito dalle proprie visioni, con  gli occhi spalancati e le mani sulle orecchie per non subire il tuono  o il suo stesso grido.
 
E io ho guardato soltanto lei, il suo torso  nudo come quello di Marta Téllez, i suoi seni bianchi e sodi di cui  avevo finito per disinteressarmi e poi mi ero interessato di nuovo  quella notte nel caso che lei fosse anche Victoria di Hermanos  Bécquer.

Domani nella battaglia pensa a me
Javier Marias     

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