domenica 2 dicembre 2018

Ariel

Sylvia Plath
La rugiada che vola
Suicida, in una con la spinta
Dentro il rosso

ARIEL

 
Stasi nel buio. Poi
L’insostanziale azzurro
Versarsi di vette e distanze.
 
Leonessa di Dio,
Come in una ci evolviamo,
Perno di calcagni e ginocchi! – La ruga
 
S’incide e si cancella, sorella
Al bruno arco
Del collo che non posso serrare,
 
Bacche
Occhiodimoro oscuri
Lanciano ami –
 
Boccate di un nero dolce sangue,
Ombre.
Qualcos’altro
 
Mi tira su nell’aria –
Cosce, capelli;
Dai miei calcagni si squama.
 
Bianca
Godiva, mi spoglio –
Morte mani, morte stringenza.
 
E adesso io
Spumeggio al grano, scintillìo di mari.
Il pianto del bambino
 
Nel muro si liquefà.
E io
Sono la freccia,
 
La rugiada che vola
Suicida, in una con la spinta
Dentro il rosso
 
Occhio, il cratere del mattino.
 
Traduzione: Giovanni Giudici
[***]


ARIEL

Stasis in darkness.
Then the substanceless blue
Pour of tor and distances.

God’s lioness,
How one we grow,
Pivot of heels and knees! – The furrow

Splits and passes, sister to
The brown arc
Of the neck I cannot catch,

Nigger-eye
Berries cast dark
Hooks –

Black sweet blood mouthfuls,
Shadows.
Something else

Hauls me through air –
Thighs, hair;
Flakes from my heels.

White
Godiva, I unpeel –
Dead hands, dead stringencies.

And now I
Foam to wheat, a glitter of seas.
The child’s cry

Melts in the wall.
And I
Am the arrow,

The dew that flies,
Suicidal, at one with the drive
Into the red

Eye, the cauldron of morning.

 
Sylvia Plath
link esterno L’orlo di Sylvia Plath

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