sabato 9 aprile 2016

un momento di lapsus, errore, indisposizione e patetica debolezza


Orhan Pamuk
il mio nome è rosso

cominciai a raccontarle di come, durante i miei viaggi, avessi sempre pensato a lei, di come la sua immagine mi tornasse a far visita tutte le notti, come un fantasma. Questi erano i dolori miei piu’ segreti e profondi, pensavo che non li avrei mai potuti raccontare a nessuno; erano totalmente veri, ma non erano affatto sinceri come notai improvvisamente con stupore.

A questo punto, per rendere comprensibili i miei sentimenti e i miei desideri di quel momento, devo affrontare una differenza significativa di cui mi accorgevo per la prima volta nella vita, il fatto che, a volte, esprimere la realta´ cosi´ come e´ ci spinge a non essere sinceri.

L'esempio migliore viene forse dai miniaturisti, uno di loro e´ diventato un assassino e ci tormenta. Anche il disegno piu´ perfetto - per esempio quello di un cavallo - sebbene rappresenti un cavallo vero, un cavallo che Allah ha progettato minuziosamente, anche un cavallo disegnato da un grande maestro, puo´ non corrispondere, in quel momento, ai sentimenti sinceri del miniaturista.

La sincerita´ del miniaturista o di noi esseri umani umili servitori di Allah, non si rivela nei momenti di perfezione e destrezza, ma al contrario in un momento di lapsus, errore, indisposizione e patetica debolezza.
Lo dico per le signore che sono rimaste deluse capendo che il grande desiderio che provavo per seküre in quel momento, come ha avvertito anche lei, non era affatto diverso dal desiderio che avevo provato nel corso dei miei viaggi, per esempio, per una bella donna di Kazvin dal volto sottile e color del rame e dalla bocca viola. La mia seküre, con la sua profonda conoscenza della vita e la sua perspicacia, dono di Allah, capiva che per dodici anni avevo sofferto le pene d'amore per lei, paragonabili a vere torture cinesi, ma capiva anche il mio comportamento da meschino lussurioso desideroso solo di saziare in fretta e furia il suo sordido appetito, dopo dodici anni, appena rimasto solo con lei. Nizami paragona la bocca di sirin, la bella delle belle, a una tazza piena di perle.



Orhan Pamuk Il mio nome è rosso



 



 

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