Dopo che Brenda ha lasciato la statale che le garantirebbe la possibilità di giustificarsi agli occhi di eventuali testimoni, ci sono alcuni momenti difficili, mentre si immette sulla stradina secondaria. Il furgone dà nell’occhio, è inequivocabile. Ma una volta fatto il salto di trovarsi dove non dovrebbe, si sente piú forte. Quando imbocca il vicolo cieco verso la palude, ogni scusa diventa impossibile. Se la vedono lí, per lei è finita. Ha circa un chilometro da percorrere allo scoperto, prima di raggiungere gli alberi.
Non le dispiace arrivare qualche minuto prima di lui, ricomporsi, darsi una pettinata, controllare il trucco e spruzzarsi un po’ di profumo sul collo (e tra le gambe, a volte). Se i minuti diventano di piú, le prende l’ansia. Non ha paura di cani randagi, di bruti né di qualcuno che possa spiarla tra gli arbusti, perché da bambina veniva a raccogliere frutti di bosco da queste parti; per questo conosceva il posto. Non è quello che c’è a spaventarla, ma quel che potrebbe non esserci. L’assenza di Neil, la possibilità di una sua defezione, di un suo rifiuto improvviso. Quello sí che può rendere brutto, stupido e minaccioso qualsiasi posto, qualsiasi cosa. Una volta non è venuto; stava male [....] Non ha mai scordato quell’attesa, l’affievolirsi della speranza, il caldo, gli insetti (era luglio), e lei che grondava sudore seduta nel furgone in una specie di muta ammissione della propria sconfitta.
Alice Munro - "Five Points",
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