Mi è capitato recentemente di leggere un saggio di Eugène Minkowski11 sulla tendenza di un certo tipo nevrotico a “topicizzare” la memoria, o meglio il passato, plasticizzandolo e reificandolo come se fosse un paesaggio, un luogo:
un luogo visitabile e ripercorribile all’infinito, perché in esso tutto è fermo e bloccato, ma non (si badi) concluso: bloccato e pietrificato, invece, proprio nella sua incompiutezza, nella sua frustrazione, e in quanto non ci soddisfa e finalmente ci angoscia: rapporti con gli altri, comportamenti propri, discussioni, situazioni, gesti, tutto sembra pronto per rimettersi in gioco, come un “fermo immagine” che attenda di ripartire.
Michele Mari
Nostalgia ovvero l'invenzione del passato
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