Quei pomeriggi in cui tutto era grigio arrivarono insieme alla mia adolescenza.
C’è un particolare che mi è rimasto impresso. Non è la pioggia di quei giorni, né i cieli nuvolosi che inventavano l’inverno. Non è l’aria che cominciava a odorare di bastoncini di zucchero. Né le pozzanghere in cui si rifletteva una luce dorata, unico squarcio di colore di un telefilm in bianco e nero.
Il particolare riguarda quello che avevo dentro. In quei momenti mi sentivo già vecchia. Non come se fossi più matura o più intelligente. Era piuttosto come se tutta la vita mi fosse passata davanti, come se già potessi provare la stanchezza degli anni a venire
Marco Gigliotti
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