lunedì 24 ottobre 2016

Invitami a trascorrere la notte nella tua bocca

Joyce Mansour

lasciami fare il nido nella tua gamba
e poi dormiamo, fratello mio,
perché i nostri baci muoiono più in fretta della notte.

Invitami a trascorrere la notte nella tua bocca

Invitami a trascorrere la notte nella tua bocca
raccontami della giovinezza dei fiumi
premi la mia lingua contro il tuo occhio di vetro
lasciami fare il nido nella tua gamba
e poi dormiamo, fratello mio,
perché i nostri baci muoiono più in fretta della notte.

C’è del sangue nel giallo dell’uovo
C’è dell’acqua sulla piaga della luna
C’è dello sperma sul pistillo della rosa
C’è un dio in chiesa
che canta e sbadiglia

Non ci sono parole
soltanto dei peli
sull’aridità del mondo
dove i miei seni sono re
e non ci sono gesti
soltanto la mia pelle
e le formiche che brulicano tra le mie gambe oleose
indossano le maschere del silenzio mentre lavorano.

Viene poi la notte e la sua estasi
e il mio corpo profondo, questo polipo spensierato,
ingoia il tuo sesso agitato
mentre gli ridà la vita.

Un nido di viscere
sull’albero secco del tuo sesso.
Un nero cipresso piantato nell’eternità
fa la veglia ai morti che nutrono le sue radici.

Due ladri crocifissi su costole d’agnello
se la ridono del terzo che, a missione compiuta,
divora la sua croce di carne arrostita.

Il nero mi circonda
salvatemi
gli occhi aperti sulla vuota disperazione degli 
    orizzonti marittimi
mi scoppiano nella testa

salvatemi
i pipistrelli dai corpi ammuffiti
che vivono nei cervelli seviziati dei monaci
s’attaccano alla mia lingua molle
la mia lingua gialla di donna accorta.

Salvatemi, voi che capite
e i vostri giorni saranno moltiplicati.
Malgrado i peccati che non vi saranno perdonati.
Malgrado lo spessore della notte nelle vostre bocche.
Malgrado i vostri bambini iniziati al male.
Malgrado i vostri letti.
 
Joyce Mansour



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