Joyce Mansour
lasciami fare il nido nella tua gamba
e poi dormiamo, fratello mio,
perché i nostri baci muoiono più in fretta della notte.
Invitami a trascorrere la notte nella tua bocca
Invitami a trascorrere la notte nella tua bocca raccontami della giovinezza dei fiumi premi la mia lingua contro il tuo occhio di vetro lasciami fare il nido nella tua gamba e poi dormiamo, fratello mio, perché i nostri baci muoiono più in fretta della notte. C’è del sangue nel giallo dell’uovo C’è dell’acqua sulla piaga della luna C’è dello sperma sul pistillo della rosa C’è un dio in chiesa che canta e sbadiglia Non ci sono parole soltanto dei peli sull’aridità del mondo dove i miei seni sono re e non ci sono gesti soltanto la mia pelle e le formiche che brulicano tra le mie gambe oleose indossano le maschere del silenzio mentre lavorano. Viene poi la notte e la sua estasi e il mio corpo profondo, questo polipo spensierato, ingoia il tuo sesso agitato mentre gli ridà la vita. Un nido di viscere sull’albero secco del tuo sesso. Un nero cipresso piantato nell’eternità fa la veglia ai morti che nutrono le sue radici. Due ladri crocifissi su costole d’agnello se la ridono del terzo che, a missione compiuta, divora la sua croce di carne arrostita. Il nero mi circonda salvatemi gli occhi aperti sulla vuota disperazione degli orizzonti marittimi mi scoppiano nella testa salvatemi i pipistrelli dai corpi ammuffiti che vivono nei cervelli seviziati dei monaci s’attaccano alla mia lingua molle la mia lingua gialla di donna accorta. Salvatemi, voi che capite e i vostri giorni saranno moltiplicati. Malgrado i peccati che non vi saranno perdonati. Malgrado lo spessore della notte nelle vostre bocche. Malgrado i vostri bambini iniziati al male. Malgrado i vostri letti.Joyce Mansour
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