Ivan Fedeli
Si sta bene comunque giurano con l'intenzione
di non lasciarsi mai e dentro quel mai
affondasse un senso di appartenenza,
l'idea di continuazione indomita,
il rifiuto del limite di specie.
Siedono pazienti, sembrano nuvole
Siedono pazienti, sembrano nuvole se non c'è vento. Hanno l'aria di tanta vita alle spalle: lei ride un po' stanca, lo sguardo ancora biondo, le parole belle sulla fatica che fa il mondo. Lui borbotta e legge in fretta il giornale quasi venisse meno il tempo intorno. Ma stanno tutti in un cenno d'intesa e si raccontano i figli, la resa alle rughe. Rimangono in attesa di una chiamata buona e di un dio che apra il cielo a un sole più in là, dove passano i giorni. Chissà domani sospirano in una carezza, come se le mani dessero un confine certo ai luoghi e ci fosse una certezza dovunque. Poi s'abbracciano: nemmeno i vent'anni tornassero mentre l'estate va immutabile, ben oltre le case o il pensiero per le piante in balcone, che prendano acqua ogni tanto. Si sta bene comunque giurano con l'intenzione di non lasciarsi mai e dentro quel mai affondasse un senso di appartenenza, l'idea di continuazione indomita, il rifiuto del limite di specie.Ivan Fedeli
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