Idea Vilariño
ti sto chiamando
dal pozzo asfissiante del ricordo
senza che nulla giovi
né ti attenda.
Ti sto chiamando
Amore dall’ombra dal dolore amore ti sto chiamando dal pozzo asfissiante del ricordo senza che nulla giovi né ti attenda. Ti sto chiamando amore come il destino come il sonno come la pace ti sto chiamando con la voce con il corpo con la vita con tutto ciò che ho e che non ho con disperazione con sete con pianto come se tu fossi aria e io affogassi come se tu fossi luce e io morissi. Da una cieca notte da oblio da ore chiuse in solitudine senza lacrime né amore ti sto chiamando come la morte amore come la morte.Idea Vilariño
L’incontro tra Idea Villarino e Juan Carlos Onetti avvenne in un bar di Montevideo.
“S’era messo a sedurmi con tutto se stesso, con il meglio di sé, al punto che mi ero convinta che fosse la settima meraviglia. Quella stessa notte mi innamorai di lui. M’innamorai, m’innamorai, m’innamorai”.
Idea villarino
Con lui [Juan Carlos Onetti] ho condiviso non più di nove notti d’amore… e un’intera vita di passione e di solitudine.
[...]
“Mi sono innamorata dell’ultima persona di cui avrei dovuto… eravamo fatti di una materia impossibile di legare. Non ha mai capito l’abc della mia vita, non mi ha mai capito come essere umano, come persona…. Ancora mi chiedo perchè ho sopportato tanto, perché sono tornata sempre. (…)
Una notte mi chiamò, disperato, chiedendomi che andassi da lui. Io ero con qualcuno che mi amava e lo lasciai per andare a passare una notte con lui. E ricordo che l’unica cosa che abbiamo fatto è stato quella di metterci schiena contro schiena, a leggere un libro, lui il suo, io un altro. Il mattino dopo lo presi dalla testa e gli dissi: sei un asino, Onetti, sei un cane, una bestia. E me ne sono andata”.
Idea Villarino
“Andavano senza cercarsi, ma sapendo che andavano per trovarsi”
Julio Cortazar
. “Siamo rimasti da soli, in silenzio. Zitti. Ma io non sono più quella di allora; qualcosa ho imparato; qualcosa mi ha insegnato la memoria; perché ho sempre lamentato non avere avuto più carattere per trattarlo prima. O forse è la differenza tra l’essere e il non essere innamorata.
- Moriremo senza imparare a parlarci?, domandai.
– È stato sempre difficile per me, disse. Ti ricordi quella volta in cui sei arrivata, dopo tanto tempo, e siamo stati venti, trenta minuti senza parlare, seduti, io nel letto e tu sulla sedia? Mi hai sempre creato soggezione, disse lui.
– Anche tu, risposi. Una volta mi hai detto che non potevi né mangiare né fare l’amore con me.
– Sì, disse ancora. E mi guardava, a momenti, poi girava la testa, si mordeva il labbro, con un’espressione di impotenza, di disperazione.
… La prima volta che entrai nella tua sala, al museo, mi è sembrato d’impazzire. Non ho mai capito cosa mi stesse succedendo, ma ero pazzo di te.
– Non me l’hai mai detto.
– Non ho mai capito quel desiderio di possesso, quell’ansia di dominio. Non ti lasciavo andare a fare lezioni, è vero. Non potevo sopportarlo. E non si trattava di desiderio, ma di questa orribile tenerezza che sento per te”.
Idea Villarino racconta la sua storia d'amore con J.C.Onetti
Perché sostiene Idea che non saprai mai chi è stata?, chiese una volta una giornalista a Onetti
– Non lo so, rispose lui… Io non mai sentito che lei mi amasse.
– E le poesie che ti ha scritto?
– Io non dico che non lo sia stata. Dico che non l’ho mai sentito. Credo che nel suo discorso ci sia qualcosa di molto cerebrale, intellettuale.
– Nient’altro?
- Bè… c’era anche il letto… (Asino, cane, bestia)
la poesia e lo spirito
“S’era messo a sedurmi con tutto se stesso, con il meglio di sé, al punto che mi ero convinta che fosse la settima meraviglia. Quella stessa notte mi innamorai di lui. M’innamorai, m’innamorai, m’innamorai”.
Idea villarino
Con lui [Juan Carlos Onetti] ho condiviso non più di nove notti d’amore… e un’intera vita di passione e di solitudine.
[...]
“Mi sono innamorata dell’ultima persona di cui avrei dovuto… eravamo fatti di una materia impossibile di legare. Non ha mai capito l’abc della mia vita, non mi ha mai capito come essere umano, come persona…. Ancora mi chiedo perchè ho sopportato tanto, perché sono tornata sempre. (…)
Una notte mi chiamò, disperato, chiedendomi che andassi da lui. Io ero con qualcuno che mi amava e lo lasciai per andare a passare una notte con lui. E ricordo che l’unica cosa che abbiamo fatto è stato quella di metterci schiena contro schiena, a leggere un libro, lui il suo, io un altro. Il mattino dopo lo presi dalla testa e gli dissi: sei un asino, Onetti, sei un cane, una bestia. E me ne sono andata”.
Idea Villarino
“Andavano senza cercarsi, ma sapendo che andavano per trovarsi”
Julio Cortazar
. “Siamo rimasti da soli, in silenzio. Zitti. Ma io non sono più quella di allora; qualcosa ho imparato; qualcosa mi ha insegnato la memoria; perché ho sempre lamentato non avere avuto più carattere per trattarlo prima. O forse è la differenza tra l’essere e il non essere innamorata.
- Moriremo senza imparare a parlarci?, domandai.
– È stato sempre difficile per me, disse. Ti ricordi quella volta in cui sei arrivata, dopo tanto tempo, e siamo stati venti, trenta minuti senza parlare, seduti, io nel letto e tu sulla sedia? Mi hai sempre creato soggezione, disse lui.
– Anche tu, risposi. Una volta mi hai detto che non potevi né mangiare né fare l’amore con me.
– Sì, disse ancora. E mi guardava, a momenti, poi girava la testa, si mordeva il labbro, con un’espressione di impotenza, di disperazione.
… La prima volta che entrai nella tua sala, al museo, mi è sembrato d’impazzire. Non ho mai capito cosa mi stesse succedendo, ma ero pazzo di te.
– Non me l’hai mai detto.
– Non ho mai capito quel desiderio di possesso, quell’ansia di dominio. Non ti lasciavo andare a fare lezioni, è vero. Non potevo sopportarlo. E non si trattava di desiderio, ma di questa orribile tenerezza che sento per te”.
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– Io non dico che non lo sia stata. Dico che non l’ho mai sentito. Credo che nel suo discorso ci sia qualcosa di molto cerebrale, intellettuale.
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